Ripercorre 20 anni di ricerca astratta e informale in Italia e in Sardegna tra i '60 e '80 del '900 attraverso due grandi raccolte di opera grafica. Apre al pubblico l'8 giugno e fino al 3 luglio al Palazzo di Città, a Cagliari, la mostra "Multipli - L'opera grafica delle collezioni Leinardi e Panzino" curata da Igino Panzino e Raul Leinardi. Prodotta dall'assessorato comunale alla Cultura e dai Musei Civici di Cagliari, è composta da oltre un centinaio di lavori che fanno parte delle due collezioni. Sono presenti artisti come Bruno Munari, Achille Pace, Lucio Battaglia, Luigi Veronesi, Vincenzo Arena, Mauro Reggiani, Piero Dorazio, Bice Lazzari, Mario Radice, Antonino Virduzzo, Antonio Calderara.
Un'esposizione, ha ricordato Panzino, "che racconta l'evoluzione della stampa d'arte del periodo '60 -'80 del Novecento", anche se, ha sottolineato Leinardi, "ha avuto una gestazione particolarmente attuale e moderna pur avendo come soggetto delle opere storicizzate". L'accento è sull'importanza assunta nel corso del XX secolo dalla stampa d'arte, genere autonomo e specifico che permetteva agli artisti, da un lato, di produrre opere originali, firmate, di qualità e a basso costo, dall'altro, di veicolare i propri lavori ad un pubblico sempre più ampio grazie alla diffusione dei "multipli" riprodotti in un numero limitato di copie.
La mostra propone una sezione dedicata ad artiste attive nel campo della sperimentazione grafica che ebbero un ruolo di primo piano nella produzione del '900: Dadamaino, Simona Weller, Leonilde Carabba tra le altre. C'è poi uno spaccato della ricerca artistica in Sardegna con le opere di alcuni pittori, che sul solco della ricerca informale e astratta portarono una ventata di novità in linea con i grandi movimenti europei. Tra i nomi Gaetano Brundu, Giovanni Carta, Tonino Casula, Aldo Contini, Nino Dore, Maria Lai, Rosanna Rossi, Igino Panzino, Zaza Calzia. L'esposizione è nel segno di Ugo Ugo, già direttore della Galleria Comunale d'Arte di Cagliari, recentemente scomparso, che a questi linguaggi ha dedicato la sua ricerca e la collezione omonima.
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