Due persone sono state fermate per il brutale omicidio di Massimo Deidda, l'allevatore di 63 anni trovato morto ieri sera nel suo terreno in contrada Aureddus, a Gergei nel sud Sardegna, paese dove abitava. Si tratta di due allevatori di circa 50 e 30 anni, padre e figlio.
Il delitto è avvenuto poco prima delle 21. I tre, a quanto pare, hanno avuto l'ennesima violenta lite per problemi legati al pascolo del bestiame e a qualche sconfinamento. Ma la discussione è degenerata. Padre e figlio avrebbero aggredito il 63enne colpendolo ripetutamente, anche alla testa, con un bastone. L'uomo non avrebbe fatto nemmeno in tempo ad accennare una reazione o una fuga.
A far scattare l'allarme sono stati i familiari della vittima. Sul posto sono poi arrivati i carabinieri che in breve tempo, anche grazie ad alcuni testimoni che avrebbero assistito alla lite, hanno subito imboccato la pista giusta. I due sono stati rintracciati a casa e, dopo un passaggio in caserma, sono stati trasferiti nel carcere cagliaritano di Uta. Nelle prossime ore sarà affidato l'incarico al medico legale Roberto Demontis per l'autopsia.
"Gergei è addolorata, incredula, triste e molto arrabbiata". Così all'ANSA il sindaco Rossano Zedda. "Conoscevo il povero Massi - commenta - Il nostro paese non merita tutto questo, non merita di essere ricordata così, merita serenità. Siamo vicini ai parenti e agli amici di Massimo, condanniamo senza se e senza ma quanto accaduto".
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