Nuove scoperte archeologiche nell'area del ponte romano a Porto Torres: dagli scavi viene confermato che il piano stradale antico procede sulla terraferma direttamente sul piano roccioso. In particolare, a sud delle prime arcate del ponte, è emersa una struttura poderosa, estremamente regolare e realizzata su più livelli con grandi blocchi lavorati. Si tratta forse della banchina fluviale, che non si esclude possa essere connessa al primo porto della Colonia Romana, raggiungibile dalle imbarcazioni attraverso le arcate del ponte e che doveva garantire un approdo riparato in immediata prossimità di uno degli accessi principali della città antica.
La scoperta, sulla sponda orientale del Rio Mannu, è stata fatta a conclusione della prima fase dei saggi di archeologia preventiva finalizzati alla realizzazione del Pit fluviale.
I ritrovamenti finora effettuati rivestono grande importanza. E quindi di concerto tra il Comune e la Soprintendenza lo scavo verrà ampliato nei prossimi mesi, per chiarire la connessione tra i saggi che hanno dato riscontro positivo, ma soprattutto per chiarire la natura e la cronologia della struttura lineare messa in luce e il suo rapporto con il Ponte, le mura e con l'accesso alla città antica, di cui costituisce il limite verso il fiume.
"Siano entusiasti dei risultati emersi da questi scavi archeologici - dice all'ANSA il sindaco Massimo Mulas -. Per troppo tempo il ponte è stato quasi messo come in disparte e non valorizzato. Si tratta di un sito unico in Sardegna che merita la massima attenzione: il nostro sogno è quello di ricucire questa zona, che sta regalando nuove attrazioni turistiche, con il resto della città romana per costituire un'unica area archeologica".
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