Industrie della Sardegna e della Sicilia deboli rispetto al resto d'Italia. E soffrono soprattutto le aziende che hanno bisogno di tanta energia come la Portovesme srl, la fabbrica del Sulcis controllata dal gruppo Glencore per la produzione di zinco e piombo. Decisivi i decreti attuativi dell'Energy release: solo allora si conosceranno le quote di energia che spettano alla Sardegna e il prezzo finale. È quanto emerso in mattinata dall'incontro tra i rappresentanti di Mise, Mite, Portovesme srl, le assessore regionali al Lavoro e all'Industria Alessandra Zedda e Anita Pili, i sindacati e Confindustria.
Secondo quanto riferito dalle sigle, il Mite ha comunicato che giovedì 8 settembre è convocato il Consiglio dei ministri per la promulgazione dei decreti attuativi relativi all'Energy release. "Ad oggi il provvedimento non è stato ancora definito in quanto - spiegano i segretari Emanuele Madeddu (Filctem Cgil), Vincenzo Lai (Femca Cisl), Pierluigi Loi (Uiltec Uil) con le Rsu - va chiarito se quanto previsto dall'emendamento sui 2 terawatt dedicati per Sardegna e Sicilia siano una priorità o una riserva". Ed è un dubbio, avvertono i sindacati, da cui può dipendere il destino di mille lavoratori.
"È stato ribadito - precisano i rappresentanti degli operai - che con l'inserimento del principio di insularità in Costituzione si è avviato il giusto percorso per allineare le isole rispetto al resto del territorio italiano. Questo decreto rappresenta il primo banco di prova proprio sul principio di insularità". Quindi l'appello: "Chiediamo che la Regione con il presidente Christian Solinas e tutti i parlamentari isolani sostengano il diritto dei sardi. In queste ore si gioca il futuro di mille persone". Nel primo pomeriggio è prevista l'assemblea con i lavoratori della fabbrica.
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