La Direzione generale della Protezione Civile, su richiesta del comandante del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, "in considerazione dell'andamento meteorologico stagionale", ha prorogato la campagna antincendi. In particolare la fine del periodo in cui vige lo "stato di elevato pericolo di incendio boschivo", inizialmente individuata nel 31 ottobre, è stata posticipata a lunedì 7 novembre e potrebbe ulteriormente slittare, se proseguisse l'ondata di caldo anomalo, che si sta portando dietro anche una prolungata siccità.
Dall'1 al 7 novembre, inoltre, la pratica strettamente agricola e selvicolturale di abbruciamento di stoppie, di residui delle colture, di pascoli nudi, cespugliati o alberati, di terreni agricoli temporaneamente improduttivi è consentita solo secondo le norme previste dalle prescrizioni antincendio.
Secondo i dati forniti dalla Regione, che ha celebrato la festa del Corpo Forestale regionale, dai 3.190 roghi registrati nella campagna 2021 si è passati a 2.634 nel 2022, dagli oltre 6 mila ettari di bosco bruciati l'anno scorso ai nemmeno mille di quest'anno, mentre la superficie non boschiva danneggiata è stata la metà dello scorso anno.
"Meno danni, ma sempre troppi. Ogni pianta che brucia - ha detto il governatore Christian Solina - è un pezzo di Sardegna che se ne va per non tornare più, un pezzo della nostra natura che perdiamo, con tutto ciò che essa rappresenta in termini materiali e immateriali. Abbiamo ancora nella mente le immagini apocalittiche dell'incendio del Montiferru nel 2021: una tragedia la cui eco si sente ancora oggi".
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