Dieci film per il concorso internazionale (tra lunghi, medi e corti), cinque pellicole nella neonata sezione Scenari sardi, tre film fuori concorso e ancora quattro dedicati nell'omaggio a Michelangelo Frammartino, ospite di riguardo di questa edizione. Questi in sintesi i numeri di Isreal 2022, l'appuntamento con il cinema del reale in programma a Nuoro dal 13 al 18 dicembre per iniziativa dell'Istituto superiore regionale etnografico e sotto la direzione artistica di Alessandro Stellino.
La sezione principale presenta un concorso, riservato a 10 film tra corti, medi e lunghi in grado di raccogliere il meglio di quanto prodotto in ambito internazionale nel campo documentario nell'ultimo anno, con particolare attenzione a opere prime e seconde e a tematiche di rilievo e d'attualità. Sono state privilegiate opere dall'approccio etnografico nel racconto di geografie umane e sociali, tradizioni comunitarie e trasformazioni locali e globali.
Data la natura dell'Ente promotore del festival, con l'edizione 2022 si è istituita una nuova sezione dedicata a opere di natura documentaria realizzate su territorio sardo da registi/e locali e internazionali. Si è prestata particolare attenzione a corti, medi e lungometraggi capaci di offrire uno sguardo originale e innovativo sulla storia dell'Isola di ieri e di oggi, per rileggerne il passato e illustrarne il presente agli occhi del cinema.
L'ospite più atteso è Michelangelo Frammartino, regista tra i più radicali e rilevanti emersi nel panorama internazionale negli ultimi 10 anni. Dopo l'esordio indipendente con Il dono (2003), Le quattro volte (2010) l'ha rivelato a livello internazionale e Il buco (2021), presentato in concorso e vincitore del Premio speciale della giuria al Festival di Venezia, ha consacrato il talento di un autore unico all'interno del contesto nazionale ma tra i più ammirati dalle ultime generazioni di cineasti e cinefili.
Nel festival viene poi riproposto, a 60 anni dall'uscita, Mondo cane (1962) di Gualtiero Jacobetti (1919-2011), uno dei cineasti più discussi del secolo scorso, anticipatore della spettacolarizzazione del reale, della mediatizzazione dello scandalo, capace di portare allo scoperto la profonda ambiguità di uno sguardo che si rivendica limpido ma si fa istanza colonizzatrice di pensieri e immaginari. Tra gli eventi speciali, spicca il primo film realizzato dalla Premio Nobel per la Letteratura Annie Ernaux.
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