La Sardegna riapre alla
movimentazione dei capi di bestiame dopo un mese dal blocco
disposto a seguito dei primi focolai della malattia emorragica
epizootica del cervo (Ehdv) registrati nel sud-ovest dell'Isola.
L'assessorato regionale della Sanità ha emanato il provvedimento
che stabilisce la possibilità di movimentare fuori regione,
senza vincoli, i capi di bestiame dagli allevamenti che si
trovano nelle aree a 150 chilometri dai focolai, in accordo con
quanto definito nel corso dell'ultimo tavolo tecnico tra la
Regione, l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna,
il ministero della Salute e il Centro di referenza nazionale per
le malattie esotiche di Teramo.
Movimentazione extraregionale consentita anche dal Sassarese
(nei territori che distano meno di 150 chilometri dai focolai),
dal Nuorese e dall'Ogliastra, previo test con Pcr su tutti gli
animali interessati. Da questi territori è consentita anche la
movimentazione interna senza restrizioni in tutto il perimetro
all'interno del raggio dei 150 chilometri dai focolai. "Dai
primi segnali di questa nuova emergenza - sottolinea il
governatore Christian Solinas - siamo intervenuti con la massima
sollecitudine al fianco delle aziende zootecniche. Abbiamo
avviato tutte le attività di sorveglianza e lavorato in stretto
raccordo con Roma, oltre a mettere in campo risorse economiche a
sostegno delle attività colpite dall'emergenza".
Restano attive le restrizioni nelle aree più vicine al focolaio
(Oristanese, Medio Campidano, Sulcis e provincia di Cagliari)
dove proseguono le attività di monitoraggio. "A breve - dichiara
l'assessore della Sanità, Carlo Doria - le zone in cui la
movimentazione dei capi è consentita a fronte di un test con Pcr
negativa, prevediamo un ulteriore allentamento dei vincoli con
controlli esclusivamente a campione". "Un primo passo importante
- commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - per
il comparto del bovino da carne che ha necessità di poter
vendere i propri vitelli, la maggior parte dei quali devono
oltrepassare il Tirreno. Adesso occorre tenere alta la guardia
per evitare che gli speculatori vogliano mettere in crisi il
mercato delle carni sarde". "Stiamo lavorando per avere quanto
prima i ristori - evidenzia il presidente della stessa
organizzazione, Battista Cualbu -. Al momento siamo riusciti a
far inserire 10 milioni di euro nella Omnibus, più altre 5 come
fondo per eventuali altre problematiche derivanti appunto dalle
epizoozie".
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