La scelta di Renato Soru di staccarsi dal Pd e correre da solo alle elezioni regionali non era andata giù per prima alla figlia Camilla, candidata al Consiglio regionale della Sardegna proprio con il Pd, che da subito lo aveva fortemente criticato, sollecitando un suo passo indietro. Ma lui, fondatore di Tiscali, già presidente della Regione Sardegna dal 2004 al 2009, ex segretario del Pd sardo ed ex europarlamentare, ha scelto di tirare dritto e correre da solo, accompagnato da una coalizione con al centro i valori indipendentisti ma anche realtà differenti come Rifondazione comunista e Azione con +Europa.
Ma i sardi, quelli su cui contava per ottenere almeno il risultato minimo alle urne ed entrare in Consiglio regionale, lo hanno tradito. La Coalizione sarda si è attestata poco al di sotto della soglia del 10% prevista dalla leggere elettorale sarda. "È chiaro che non supereremo la soglia del 10%", ha commentato Soru al suo arrivo in serata nella sede del comitato elettorale a Cagliari, accolto comunque dagli applausi dei suoi. "Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo fatto in questi mesi, è stata una bellissima campagna elettorale".
Soru comunque non nasconde la sua amarezza: "Una delusione profonda - ha commentato - perché tutti i dati che avevamo sia dai sondaggi che dalla percezione, evidentemente sbagliata, ci lasciavano intravedere un esito diverso. Però questo è quanto, questa è la voce vera della Sardegna e quindi ne prendo atto". Il candidato sconfitto ha assicurato che "il progetto continuerà". "Spero di aver lasciato dei segni per il futuro", riferendosi probabilmente alle prossime comunali a Cagliari. Idea condivisa anche dai compagni di coalizione, come l'indipendentista Gavino Sale: "Questo è solo l'inizio. Queste elezioni sono servite per ricompattare tutta l'area indipendentista che era frazionata e queste votazioni sono state per noi un grande momento tattico".
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