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Il cantico di Bernardo De Muro tra le antiche pietre

Il cantico di Bernardo De Muro tra le antiche pietre

A Meana Sardo il 26 luglio in scena "Nolza il Patriarca"

CAGLIARI, 18 luglio 2024, 14:53

Redazione ANSA

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Un viaggio sonoro tra le antiche pietre del Nuraghe Nolza. Venerdì 26 luglio, alle 19, alla luce del tramonto, nel magico scenario dell'area archeologica di Meana Sardo, nelle terre del Mandrolisai, il poliedrico scrittore e drammaturgo Bernardo De Muro porta in scena l'opera da lui scritta "Nolza il Patriarca".
    Con lui sul palco, seconda voce recitante, l'attore Daniele Monachella. L'iniziativa si deve all'amministrazione comunale con la collaborazione dell' associazione culturale "S'Andala".
    L'opera si configura come un inno, un elogio, un carme dedicato all'antico monumento. "In alcuni passaggi si instaura un ideale dialogo intimo tra me e il nuraghe - sottolinea De Muro - custode di memorie, episodi, sapienza antica".
    Il drammaturgo lo sollecita a parlare, a raccontare del suo tempo, a come si viveva e che cosa oggi rimane della loro storia. "L'obiettivo non riguarda soltanto la memoria storica del mondo nuragico, strutture viste come "templi del vivere" e roccaforti interagenti tra loro, ma anche come simbolo vivente dell'antica civiltà dei nostri padri", aggiunge Bernardo De Muro nel citare alcuni passi significativi "Incontrastato domini Signore del Tempo / che dal Ciel hai avuto tempra e destini; / fiamme di luce e incantate ombreggiature, / e negli animi che ti visitano infondi ardimento e passione".
    E' un dialogo alto e solenne. "Il nuraghe 'sente' di far amare le pietre possenti soprattutto alle nuove generazioni che vivono un presente lontano anni luce da quel mondo", aggiunge.
    In Nolza De Muro vede un "esempio del tempo il cui silenzio stava nella sua forza tetragona, sotto lo sguardo costante del sole e delle stelle". E all'autore par di concludere così il suo Cantico: "Il tempo ti ha fatto altare di virtuosa memoria e di lustro grazie ai tuoi abili costruttori dalle sapienti mani e dall'intemerato cuore".
   

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