Sardegna al 14esimo posto in Italia per efficacia e capacità di risposta del sistema di welfare: confermata la posizione del 2023.
Con un primato: è la migliore tra le Regioni del Sud.
Il dato emerge dalle
classifiche del Welfare Italia Index 2024 realizzato da Welfare,
Italia, think tank nato su iniziativa del Gruppo Unipol in
collaborazione con The European House - Ambrosetti (Teha).
L'Isola è al secondo posto per spesa pubblica regionale per
le politiche del lavoro in rapporto al Pil. E sale al quinto per
spesa pubblica per consumi finali per l'istruzione e la
formazione (4,6% del Pil regionale rispetto al 3,6% registrato
dalla media nazionale). Sardegna in crescita di due posizioni,
ottava quindi in classifica, per posti negli asilo nido
autorizzati ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni (30,7 rispetto a
26,1 del dato medio in Italia).
L'Isola scende però di alcune posizioni, classificandosi al
quinto posto (rispetto al secondo del 2023) per spesa in
interventi e servizi sociali pro-capite (comunque pari a 282
euro rispetto ai 146 euro della media nazionale) e peggiora
anche per contributo medio in forme pensionistiche integrative,
passando dal quarto al nono posto nel 2024 (pari al 7% del
reddito medio regionale contro il dato medio nazionale del
7,8%). In ambito sanitario, invece, la Sardegna rimane stabile
al sesto posto per la spesa pubblica pro-capite (2.413 euro
contro 2.329 euro di media italiana).
Magli nera alla Sardegna 19esima per tasso di dispersione
scolastica: è al 19esimo posto con il 17,3% degli studenti di
scuola secondaria che non riescono a raggiungere il titolo di
studio rispetto al 10,5% della media nazionale. Isola al 20esimo
posto per tasso di part-time femminile involontario (23,4% di
lavoratrici con orario ridotto che dichiarano di avere accettato
un lavoro part-time in assenza di opportunità di lavoro a tempo
pieno, a fronte della media italiana del 15,6%) e per tasso di
partecipazione a forme pensionistiche complementari.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, infine, la
Sardegna rimane al 17esimo posto per quota di giovani Newt che
non lavorano e non studiano: 22,8% rispetto al 18% di media
nazionale. Male anche il tasso di disoccupazione: 10,1% contro
il 7,7% di media italiana.
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