"Un'opera divertentissima, che
offre uno sguardo sul mondo e su noi stessi, attraverso la
musica". Così il musicologo e divulgatore Giovanni Bietti nel
presentare questa sera al pubblico del Carmen Melis, ridotto del
Lirico di Cagliari, Il pipistrello di Johann Strauss (titolo
originale, Die Fledermaus), fra le 'Komische Operette' più
famose e più rappresentate al mondo dal 5 aprile 1874, giorno
della prima viennese.
"Se l'opera è un grande spettacolo multimediale, è ancor più
vero per Il Pipistrello, perché gli interpreti - ha spiegato
Bietti - oltre che cantanti devono mostrare capacità attoriali e
misurarsi con le pagine di dialogo, insite nell'operetta". Un
pubblico attento ha seguito la brillante conversazione
sull'opera dell'esperto, accompagnata dalla sua esecuzione al
piano de l'ouverture, poi del terzetto del primo e del terzo
atto.
Il pipistrello sarà messo in scena al Lirico di Cagliari
venerdì 13 dicembre alle 20.30, terzo titolo della Stagione
lirica e di balletto. Repliche il 14 dicembre alle 19, il 15
alle 17, il 18 alle 20.30, il 19 alle 19, il 20 alle 20.30, il
21 alle 17, il 22 alle 17. La spumeggiante composizione in tre
atti, su libretto di Carl Haffner e Richard Genée, è assente da
Cagliari dal 2000 ed è proposta in un allestimento del Teatro
Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, "specializzato in operetta",
ha sottolineato Bietti. La regia del tutto è affidata a Oscar
Cecchi, al suo debutto a Cagliari. Sul podio Nikolas Nägele.
Compositore e pianista, oltre che musicologo, Giovanni Bietti
ha poi messo in evidenza il carattere danzante e accattivante
del lavoro straussiano: "Il pubblico viennese si era
identificato in questa storia spumeggiante di tradimenti, feste
e fasti dell'impero, in una finis austriae dove incombono, tra
gli accenti malinconici, i presagi del decadentismo. E'
un'operetta - ha aggiunto l'esperto - che si impone per la
qualità della musica, frizzante e ricca di sottigliezze
raffinate". "Dal punto di vista musicale - ha chiarito - il
livello è altissimo, anche se forse dal punto di vista
drammaturgico ha qualche punto debole, come l'idea di dare alla
fine, un po' semplicisticamente, tutta la colpa dei tradimenti e
dei sotterfugi allo champagne".
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