Sebbene ammalati, i difensori di Marcello Dell'Utri - arrestato in Libano il 12 aprile - hanno indubbiamente segnato un punto a suo favore stamani in Cassazione quando la Prima sezione penale ha accolto la richiesta di far slittare l'udienza per via delle cattive condizioni di salute dei legali, l'avvocato napoletano Massimo Krogh e il palermitano Giuseppe Di Peri. Così il 'fondatore' di Forza Italia ha guadagnato giorni importanti, quasi un mese, nella lotta contro l'estradizione verso l'Italia dal momento che la nuova udienza è stata calendarizzata per venerdì 9 maggio.
Infatti, nel 'Paese dei cedri' la misura cautelare alla quale è soggetto l'ex braccio destro di Silvio Berlusconi ha la durata di un mese e scadrà, dunque, il 12 maggio con la conseguenza che Dell'Utri potrebbe tornare libero se dall'Italia entro quella data non arriveranno carte sufficientemente 'pesanti' per giustificare la richiesta di estradizione.
Non è nemmeno così sicuro che il 9 maggio la Cassazione riesca a decidere in giornata se confermare o meno la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa che grava sul capo del latitante approdato a Beirut da Parigi. Il 9 maggio è un venerdì e se le cose si prolungassero - ad esempio l'avvocato Krogh reduce da un intervento con postumi per trenta giorni potrebbe anche sospendere la sua arringa e chiedere un aggiornamento - nulla esclude che la Prima sezione si riconvochi il giorno dopo, se non in altra data.
I collegi e le udienze di routine sono già fissate con anticipo di mesi e non è facile ricomporre il puzzle per far riunire lo stesso collegio designato a trattare un caso incappato in un rinvio. Non è nemmeno così scontato che, ammesso che la Suprema Corte nella serata del 9 maggio confermi la pena per Dell'Utri, le autorità libanesi ritengano sufficiente un semplice e succinto dispositivo di condanna non corredato dalle motivazioni per le quali, in genere, serve almeno un mese affinchè siano scritte dal relatore.
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