Da tre giorni protestano in piazza
a Lampedusa, dormendo per terra e ricevendo un po' di cibo da
associazioni di volontariato dell'isola. Sono una quarantina di
migranti (tra loro 8 minori e 5 donne) provenienti da Somalia,
Eritrea, Darfur, Etiopia, Yemen. Dicono che nel centro
d'accoglienza di contrada Imbriacola, trasformato in hotspot, le
impronte digitali vengono prese con la forza e chiedono di
lasciare prima possibile l'isola: "Finché non ci daranno la
possibilità di andare via - spiegano - ci rifiuteremo di dare le
impronte. Tra noi ci sono persone che vino qui da quattro mesi e
in condizioni difficilissime".
Aggiungono che nel centro ci sarebbero discriminazioni nella
distribuzione dei pasti, che è vietato giocare a pallone nel
cortile e che alcuni materassi poggiati sul pavimento sono
impregnati dell'acqua che esce dagli scarichi dei bagni.
Qualcuno sottolinea che le donne incinte e i malati necessitano
di cure che non hanno. "Non torneremo nel centro, ci muoveremo
solo per lasciare l'isola".
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