Gli accessi al pronto soccorso aumentano in modo sensibile: nell'ultimo anno, vi ha fatto ricorso quasi un terzo della popolazione nazionale adulta, pari a 14,5 milioni di italiani. Una soluzione per accedere più rapidamente alle prestazioni sanitarie. Il fenomeno è stato analizzato nel Rapporto "Ospedali & Salute 2018", presentato oggi a Palermo, promosso da Aiop - Associazione italiana ospedalità privata e realizzato dalla società Ermeneia.
In base a quanto emerso dalla ricerca, oltre il 50% degli italiani ricorre ai dipartimenti di emergenza quando non trova una risposta dalla medicina territoriale, mentre, in più di 1 caso su 4, tenta direttamente la strada del pronto soccorso come soluzione per accorciare le liste d'attesa, con tutte le conseguenze negative che ne derivano rispetto all'affollamento degli ospedali, costretti a far fronte a un numero crescente di pazienti, in molti casi senza risorse e strumenti adeguati.
Atteggiamento che trova conferma in Sicilia dove, tra il 2017 e il 2018, è cresciuta del 71% la percentuale di pazienti che si è rivolta ad un pronto soccorso pubblico che, non potendo assisterli in quell'ospedale, li ha inviati in una struttura accreditata del sistema sanitario nazionale. In generale, un italiano su tre, tra coloro che hanno avuto esperienze di liste d'attesa e/o di pronto soccorso, si dichiara insoddisfatto del servizio sanitario della propria regione, soprattutto degli ospedali pubblici (32,6%) e delle strutture delle Asl (28,6%), in percentuale minore, invece, degli ospedali privati accreditati (18,3%) e di quelli non accreditati (14,3%).
"Per arginare questi fenomeni, che coinvolgono milioni di italiani - spiega la presidente nazionale Aiop Barbara Cittadini - è indifferibile procedere a una riorganizzazione del sistema sanitario nazionale -, sia dal punto di vista economico finanziario, sia dell'offerta sanitaria, che non è più coerente con la domanda di salute, come conseguenza dell'allungamento della vita media, dell'aumento delle patologie croniche e per effetto della progressiva diminuzione della quota del PIL destinata alla Sanità. La realtà descritta nel Rapporto, che trova riscontro anche nel contesto siciliano - aggiunge Barbara Cittadini - deve indurci a recuperare i presupposti che hanno ispirato, quarant'anni fa, la nascita del sistema sanitario nazionale, reinterpretandoli nel mutato contesto demografico, sanitario ed economico. In questo processo di efficientamento - conclude la presidente di Aiop - auspichiamo che le regioni sappiano utilizzare adeguatamente, superando qualsivoglia resistenza ideologica, la risorsa della componente di diritto privato del sistema sanitario nazionale, che ha la possibilità di adeguare e incrementare la propria offerta di prestazioni in tempi rapidi e a costi contenuti. Le regioni che hanno operato questa scelta si trovano oggi in una condizione migliore e registrano livelli più alti di soddisfazione dei cittadini".
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