Continua il lavoro dei vigili del fuoco nell'area dove ieri è avvenuta l'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio di Vito Costa nelle campagne di Barcellona Pozzo di Gotto che ha provocato 5 morti e due feriti di cui uno in gravissime condizioni: è Bartolomeo Costa, 37 anni, che con la famiglia gestiva l'azienda. La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un'inchiesta ipotizzando il reato di strage colposa. Non ci sono indagati. Sono state identificate tutte le vittime della tragedia. Oltre alla moglie del titolare, Venera Mazzeo, 71 anni, hanno perso la vita gli operai della ditta Bagnato di Merì - in provincia di Messina - che stavano effettuando dei lavori per rendere più sicuro il fabbricato montando delle porte in metallo: Mohamed Taeher Mannai, 39 anni, Giuseppe Testaverde, 34 anni, Vito Mazzeo, 23 anni e Fortunato Porcino, 36 anni. Migliorano le condizioni di Nino Bagnato, ricoverato al centro grandi ustioni di Catania, figlio del titolare della ditta che stava effettuando i lavori. Proprio sull'attività degli operai si concentra l'attenzione degli investigatori. La duplice esplosione che ha provocato la distruzione della fabbrica sarebbe scaturita da alcune scintille provocate dalla saldatrice utilizzata nei lavori. Il procuratore di Barcellona PdG, Emanuele Crescenti ha detto: "Stiamo cercando di fare il punto della situazione che presenta diversi aspetti da chiarire. Nella notte si e' trattato soprattutto di lavorare per mettere in sicurezza il sito da parte dei vigili del fuoco e del Genio militare". Il magistrato ha confermato che gli operai stavano sistemando dei cancelli quando è avvenuta l'esplosione che ha interessato prima un locale e poi altri della fabbrica. Un'esplosione - ha detto - "causata anche da una poca attenzione".
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