"Andando a leggere questa sentenza gigantesca, non per il numero delle pagine ma per la dimensione intellettuale e morale della ricostruzione di fatti e circostanze, dell'interpretazione corretta dei fatti, si ha proprio la convinzione che finalmente c'è un atto giudiziario sul tema, anche se per quanto mi riguarda, tutti gli atti giudiziari precedenti erano stati sentenze di assoluzione". Lo dice in un'intervista al sito LiveSicilia l'ex ministro Calogero Mannino commentando le motivazioni della sentenza d'appello che lo aveva assolto dall'accusa di minaccia a corpo politico dello Stato. L'ex politico, assolto anche in primo grado, era stato processato in uno stralcio del procedimento sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
Mannino specifica di essere stato assolto "dall'accusa dl 416 bis quattro volte, più assolto nelle misure di prevenzione relative, sia ad Agrigento sia alla Corte d'appello di Palermo, e sono sei. Due assoluzioni nel processo della tangentopoli siciliana. Due sulla trattativa e son dieci. Due al tribunale dei ministri e sono dodici". "Tutti i processi secondo me - aggiunge - denotano una volontà specifica di qualche pubblico ministero di mettermi sotto accusa ad ogni costo. Questa sentenza, ad esempio, parla di assoluta illogicità, non solo di infondatezza, si parla di accuse incongruenti. Un errore giudiziario che si ripete e che si amplifica".
Sul possibile ricorso in Cassazione da parte dell'accusa Mannino dice: "La procura generale di Palermo potrà andare anche in Cassazione. Per quel che mi riguarda, non credo che ci siano problemi, dopo due assoluzioni. Poi, se vogliono fare risparmiare soldi allo Stato, visto che ne hanno sprecati così tanti... La sentenza di primo grado era di 800 pagine, ora 1.245 pagine, questi giudici hanno dovuto esaminare una quantità di carte infinite. E lo hanno fatto con estremo scrupolo, ripeto, questa è una sentenza monumentale". Sulla frase avere "fiducia nella magistratura" l'ex ministro spiega: "È una frasetta ipocrita. Sui grandi giornali nazionali, non c'è notizia di questa sentenza. Giornali che hanno riservato pagine intere all'accusa stanno venendo meno al dovere dell'informazione. E questo è determinato da questo combinato circuito mediatico-giudiziario che è un problema politico grave, serio, che un giorno questo Paese dovrà affrontare. Io vedo un ruolo sussidiario di certa stampa rispetto alle azioni giudiziarie".
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