Grazie a sofisticate elaborazioni
eseguite su una serie di immagini satellitari catturate dal
satellite Sentinel-1 negli ultimi 5 anni si è giunti alla
creazione della prima mappa a scala regionale dei processi
tettonici attivi in Sicilia. Lo rende noto l'Università di
Catania. Lo studio, dal titolo 'Present-day surface deformation
of Sicily derived from Sentinel-1 InSAR time-series', pubblicato
sulla rivista 'Journal of Geophysical Research-Solid Earth', è
frutto del risultato di una collaborazione internazionale
italo-francese che ha visto coinvolti due ricercatori del
Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali
dell'Università di Catania, Giovanni Barreca e Carmelo
Monaco.Secondo lo studio la parte nord-orientale della Sicilia
(Nebrodi-Peloritani) si solleva ad una velocità media di 1-2
millimetri l'anno e si muove verso Est, allentandosi dal resto
dell'Isola ad una velocità di circa 3 millimetri l'anno. Lo
studio conferma inoltre il continuo movimento dell'Etna. In
particolare il suo fianco Est scivola verso mare con velocità
significative (fino a oltre 5 centimetri l'anno), ma si estende
su un'area più ampia di quanto fino ad adesso conosciuto.
Scivolando verso mare, la parte orientale del vulcano si
frammenta in una serie di blocchi delimitati da faglie attive,
tra cui la faglia di Fiandaca, da cui si è originato il
terremoto del 26 dicembre 2018.
L'area immediatamente a Nord-Ovest di Catania si solleva,
invece, ad una velocità superiore ai 5 millimetri per anno. I
dati satellitari indicano come il settore costiero siracusano si
stia abbassando rispetto all'area ragusana, ad una velocità di
circa 2 millimetri l'anno. Movimenti significativi del suolo
sono stati anche registrati in Sicilia occidentale in
corrispondenza della Valle del Belice.
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