Il Gip di Messina ha disposto
l'avvio di indagini per la morte della professoressa Agusta
Turiaco, deceduta il 30 marzo 2021 dopo che le era stata
somministrata una dose del vaccino AstraZeneca. Il giudice, con
ordinanza, ha ribadito che "il ricorso a procedure d'urgenza e
di emergenza non può esonerare del tutto da ogni forma di
responsabilità, anche solo in astratto".
"Non può cioè escludersi - ha spiegato il Gip - che una
qualche negligenza, imprudenza o imperizia (esclusa ovviamente
ogni possibile imputazione a titolo di dolo) sia stata commessa
o venga commessa, per esempio violando le procedure e le norme
cautelari da esse imposte o, più in generale, omettendo di
rilevare criticità che avrebbero potuto e dovuto essere
rilevate, in particolare, dal produttore del farmaco e
comunicate agli utenti al fine della migliore prevenzione dei
pur limitati effetti collaterali".
"Non può in alcun modo mettersi in discussione l'utilità e la
necessità, di una massiccia campagna di vaccinazione volta a
fronteggiare la pandemia - scrive il gip nel provvedimento -
peraltro ancora in atto. Solo il ricorso alla scienza e agli
strumenti da questa offerti, tra i quali vi è certamente il
vaccino, può permettere di arginare ed ha in verità arginato le
migliaia di morti in Italia e nel mondo dovute proprio al
diffondersi del virus ormai a tutti tristemente noto". "In un
contesto di tal fatta, che certo impone anche scelte
emergenziali, non può non evidenziarsi - sottolinea il Gip - che
a livello mondiale si è fatto ricorso a protocolli di urgenza e
di emergenza per la sperimentazione e la commercializzazione di
vaccini volti fronteggiare il diffondersi della pandemia". Il
ricorso a procedure d'urgenza e di emergenza però, secondo il
giudice, "non può esonerare del tutto da ogni forma di
responsabilità, anche solo in astratto". Quel che il giudice
chiede di accertare è "se l'evento che ha portato al decesso
della vittima fosse ragionevolmente conoscibile e prevedibile
dal produttore al momento in cui il farmaco è stato prodotto,
immesso in circolazione e nel momento in cui lo stesso è stato
somministrato alla vittima"
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