I capolavori di quattro grandi
artisti del Seicento raccontano le "Estasi di santa Rosalia". La
mostra, curata da Maria Concetta Di Natale con la direzione
artistica di Laura Barreca, esporrà dal 24 febbraio al 19 maggio
2024 nella pinacoteca di villa Zito della Fondazione Sicilia le
opere di Antoon van Dyck, Pietro Novelli, Mattia Preti, Luca
Giordano. Provengono dal museo del Prado, dalla Real Academia di
Belle arti di San Fernando di Madrid, dall'archivio diocesano di
Malta, dalla Fondazione Federico II (Regione siciliana) e dal
museo diocesano di Palermo.
Con i dipinti dedicati alla figura della santa patrona di
Palermo, che l'iconografia descrive sempre con forti toni
estatici, viene esposto per la prima volta anche un rarissimo
esemplare della raccolta di incisioni realizzate nel 1629 da
Philips de Mallery su disegni di Antoon Van Dyck, incisore
Cornelius Galle di Anversa. Come in una mostra nella mostra, la
raccolta è stata individuata da Maria Concetta Di Natale e da
Sergio Intorre (coordinatore scientifico della mostra) nel fondo
antico della Biblioteca della Fondazione Sicilia. E da lì
riaffiorano ora pezzi pregiati di grande valore iconografico che
arricchiscono il percorso espositivo con vari volumi stampati in
Italia e in Europa tra il XVII e il XVIII secolo, corredati da
incisioni realizzate su disegni di artisti del periodo.
I dipinti rivelano la speciale vitalità figurativa dedicata
alla santa a partire dal 1624, quando vennero ritrovate le sue
spoglie. La convergenza di stili e sensibilità in queste opere,
sostengono gli organizzatori della mostra, "offre una
prospettiva ricca e articolata sulla spiritualità barocca e
sulla varietà delle espressioni artistiche che ne sono
scaturite". È una storia cominciata proprio durante la
permanenza del pittore fiammingo van Dyck a Palermo, dal 1624 al
1625, in un periodo in cui era con Novelli protagonista della
vita artistica cittadina. La mostra, ha sottolineato Maria
Concetta Di Natale, "offre così una panoramica esaustiva
dell'iconografia della santa e della sua migrazione, insieme al
suo culto, da Palermo all'Europa, dove venne venerata come
protettrice dalla peste".
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