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Diocesi Acireale sempre più social, accesso con Qr-Code

Diocesi Acireale sempre più social, accesso con Qr-Code

Don Grasso: 'forte impatto,ma virtuale non può sostituire umano'

ACIREALE, 02 aprile 2024, 11:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

'La diocesi di Acireale è Social!": è lo slogan lanciato per promuovere l'accesso degli utenti attraverso il Qr-Code che permette di accedere rapidamente a informazioni senza la necessità di digitare manualmente informazioni o url. L'iniziativa è stata presentata dall'ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Acireale, guidato dal don Arturo Grasso e coadiuvato da Chiara Costanzo, competente in comunicazione web e social media, alla presenza del vescovo Antonino Raspanti.
    "Il ruolo dei social media nella Chiesa ha un impatto significativo su diversi aspetti - spiega don Arturo Grasso - la riflessione sull'impatto dei social media sulle relazioni tra la Chiesa e la società è significativa e complessa allo stesso tempo. È importante riconoscere che, nonostante il digitale e i social media sono di notevole interesse nell'ambito ecclesiastico e nella società in generale, lo splendore delle relazioni umane autentiche e significative non possono essere sostituite dal virtuale".
    I social media nella relazione tra la Chiesa e la Società sono più rilevanti negli ultimi anni e per questo motivo la diocesi acese ha deciso di "abitare" in maniera considerevole "gli spazi digitali" perché offrono l'opportunità di testimoniare la propria fede in modo innovativo e creativo: l'Eevangelizzazione 4.0. Tuttavia l'uso dei social media da parte della Chiesa non è senza sfide. La visibilità e l'esposizione ai diversi punti di vista sui social media può anche portare a conflitti e divergenze.
    "L'uso dei social media da parte della Chiesa - dichiara Chiara Costanzo - comporta una responsabilità particolare nel comunicare in modo accurato e rispettoso, evitando la diffusione di disinformazione o contenuti dannosi. Ci sono anche rischi di abusi o comportamenti inappropriati sui social media che possono danneggiare la reputazione della Chiesa e minare la fiducia dei fedeli".
   

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