Uno studio permetterà di mappare,
misurare e verificare lo stato di salute del bosco di agrifogli
monumentali di Piano Pomo, nel Parco delle Madonie, e datare le
piante più grandi. L'area, tra Petralia Sottana e Castelbuono,
comprende 5 nuclei per un totale di 317 piante, alcune alte sino
a 20 metri e di circa 300 anni di età. Il piano è finanziato
dall'Ente Parco ed elaborato dai professori Rosario Schicchi
(dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e forestali
dell'Università di Palermo) e Gianluca Piovesan (dipartimento
di Scienze ecologiche e biologiche dell'Università della
Tuscia).
"Nell'ottica della ricerca per la tutela della biodiversità,
abbiamo deciso di sostenere questo progetto - spiega il
commissario dell'Ente Parco Salvatore Caltagirone - per
studiare e proteggere il popolamento di agrifoglio più
rappresentativo del bacino del Mediterraneo e dell'intero areale
della specie: basti pensare che per trovare esemplari simili,
occorre andare addirittura in Norvegia".
Il bosco è un residuo dell'antica foresta del periodo
Terziario, sopravvissuto sia per le favorevoli condizioni
climatiche caratterizzate da accentuata umidità e luce
attenuata, che per l'abitudine dei pastori locali di far
riparare gli animali al suo interno nelle ore più calde in
estate o nelle fredde giornate invernali. Una usanza che ha
permesso, tra l'altro, un'importante concimazione naturale che,
unitamente all'azione selettiva delle abitudini alimentari dei
ruminanti, ha consentito la crescita rigogliosa di questi
esemplari.
"Si tratta di un progetto unico nel suo genere - spiega
Schicchi - Il boschetto degli agrifogli monumentali è
costituito da alberi che congiungono in alto le loro chiome
formando una cupola verde pressoché continua, che custodisce al
suo interno una straordinaria bellezza e solennità. Una sorta di
colonnato vegetale. Le forme e dimensioni inusuali sono il
risultato dei fusti vicini saldatisi grazie a un particolare
tipo di innesto naturale (innesto per approssimazione)".
L'età sarà determinata attraverso la tecnica della datazione
al radiocarbonio su minuscoli frammenti di legno dalle porzioni
più interne del fusto mediante appositi strumenti artigianali
messi a punto dal gruppo di ricerca. I risultati saranno
presentati nel corso di un convegno internazionale e diffusi in
specifiche pubblicazioni scientifiche.
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