Come in una guerra convenzionale i
morti si contano a migliaia. Una delle più gravi tragedie delle
migrazioni ha provocato nell'ottobre dell'anno scorso 366 morti
davanti alle coste di Lampedusa, che nel Mediterraneo è
diventata la porta d'ingresso per l'Europa. Un monitoraggio
dell'Espresso, che oggi pubblica un'inchiesta on line, calcola
che solo nel 2013 un migrante su 60 sbarcati sulle coste
italiane non ce l'ha fatta. E si tratta pur sempre di un
fenomeno sottostimato. I dati della ricerca sono ricavati da un
rapporto comparato con varie fonti e per la prima volta sono
riuniti in un unico database.
Il caso italiano fa parte di una ricerca più ampia che
abbraccia il periodo compreso tra il 2000 e il 2013. In questi
14 anni anni, ha accertato la ricerca, sono morti più di 23 mila
migranti che tentavano di raggiungere l'Europa via mare oppure
attraversando i confini di terra. Pochi i casi di morti per
incidenti a terra: quasi tutti sono morti in mare. E il risvolto
più straziante di queste tragedie, oltre al grande numero di
vittime, è la difficoltà di recuperare tutti i corpi e di
identificarli.
Per questo tanti morti di Lampedusa non sono stati ancora
rimpatriati. Padre Mussieu Zerai, presidente dell'agenzia
Habesha che assiste rifugiati e richiedenti asilo, dice senza
alcuna metafora che la situazione è "in alto mare".
"Sappiamo - spiega a Redattore sociale - che le autorità
italiane hanno deciso di restituire le salme ai familiari che ne
fanno richiesta dopo essersi però sottoposti alla prova del Dna.
Ma per fare questo serve la collaborazione del governo eritreo,
perché la raccolta del Dna viene fatta lì attraverso la Croce
Rossa. E per ora è tutto fermo".
L'indagine dell'Espresso, parte dell'inchiesta europea "The
Migrants File", mette in luce le contraddizioni delle politiche
italiane in materia di cittadinanza. Gianluca Peruzzo,
responsabile di un'associazione antirazzista e interetnica,
sottolinea che da un lato si celebrano funerali di Stato per le
vittime e dall'altro vengono perseguiti i superstiti per
immigrazione clandestina.
Nel complesso il problema dei morti, secondo l'inchiesta
Espresso condotta da dieci giornalisti, non sembra interessare
nessuno. Neanche Frontex, l'organismo europeo che ha il compito
di monitorare i transiti dei migranti verso l'Europa, è in grado
di fornire dati sulle tragedie collegate al "traffico di esseri
umani".
Uno degli obiettivi della ricerca è così quello di definire
non solo il profilo umano e sociale ma anche la dimensione delle
tragedie dei migranti nel Mediterraneo.
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