Blitz dei carabinieri del Ros contro un gruppo secessionista accusato di aver messo in atto "varie iniziative, anche violente", per ottenere l'indipendenza del Veneto, e non solo. Ventiquattro gli arresti in varie regioni, su ordine della magistratura di Brescia. Il gruppo intendeva utilizzare un carro armato rudimentale - anche questo sequestrato - per un'azione in Piazza San Marco a Venezia, con il coinvolgimento di centinaia di persone, alcune delle quali armate".
Tra gli arrestati vi è anche il fondatore della Liga Veneta, Franco Rocchetta, ex parlamentare. La Liga Veneta confluì nella Lega Nord ma Rocchetta abbandonò poi il movimento. Di recente è stato tra i promotori del referendum per la secessione del Veneto. In manette anche due ex 'Serenissimi' che assaltarono il campanile di san Marco, a Venezia, nella notte tra l'8 e 9 maggio 1997. Si tratta di Luigi Faccia e di Flavio Contin. Nelle ordinanze di custodia cautelare sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. I Carabinieri stanno anche eseguendo perquisizioni a carico di altri 27 indagati.
Il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno, sottolinea che ''non vi sono elementi che evidenzino collegamenti fra queste persone e la Lega Nord. Si tratta di persone che avevano avuto contrasti con la Lega Nord perché ritenevano linea Carroccio troppo morbida.
Secondo le indagini del Ros, le persone arrestate avrebbero fatto parte di un "gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano". L'associazione "L'Alleanza" ha riunito più organizzazioni secessioniste sotto il comune progetto dell'indipendenza dallo Stato italiano: tra queste, secondo gli investigatori, Brescia Patria, Veneto Stato, il movimento indipendentista sardo Disubbidientzia, nonché il movimento dei Serenissimi.
Il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno, ha spiegato che il gruppo si proponeva l'indipendenza dallo stato italiano con il ricorso a metodi violenti e all'insurrezione popolare.
Tra gli episodi contestati ai secessionisti c'è anche quello della "costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco". Il mezzo è stato sequestrato. Era un trattore agricolo trasformato in una sorta di mezzo corazzato attrezzato con un cannoncino da 12 millimetri, ma durante le fasi di montaggio c'erano stati problemi di calibratura e di recupero dei pezzi per la sua costruzione.
Tra gli indagati figurano, a quanto si è appreso, un leader del movimento dei Forconi e un ex deputato. L'accusa mossa dalla Procura di Brescia è quella di terrorismo (270 bis c.p.). La competenza è radicata a Brescia in quanto nel bresciano si sarebbe costituito il gruppo e si sarebbero tenute le riunioni. Le indagini sono cominciate circa tre anni fa. Il carro armato che è stato posto sotto sequestro era perfettamente funzionante, tanto che erano state eseguite anche delle prove di fuoco.
"Aiutano i clandestini, cancellando il reato di clandestinità, liberano migliaia di delinquenti con lo svuota-carceri, e arrestano chi vuole l'Indipendenza. Siamo alla follia. Se lo Stato pensa di fare paura a qualcuno, sbaglia". Lo scrive su Facebook il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini, dopo l'arresto di Franco Rocchetta.
Sulla questione è intervenuto anche il governatore della Lombardia Roberto Maroni. ''Mi sembra che stiano mettendo in galera le idee e le opinioni: questa è una prova di debolezza e non farà altro che rinfocolare lo spirito indipendentista e separatista dei veneti e non solo'', ha detto rispondendo a una domanda sull'arresto dei secessionisti veneti. Maroni ha anche aggiunto che domenica parteciperà alla manifestazione organizzata dalla Lega a Verona.
Secondo Maroni l'operazione coordinata dalla Procura di Brescia è ''un intervento muscolare abnorme rispetto all'entità dei fatti''. ''Mi sembra veramente una vicenda surreale perché sono stati arrestati per una parodia di carro armato e per aver detto al telefono 'Basta tagliare il salame, dobbiamo armare la dinamite' - ha proseguito -. Mi vengono in mente espressioni simili usate dai leghisti per tanti anni''.
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