I consiglieri lombardi del M5S
hanno lanciato un appello per accettare la proposta del padre di
Noemi, la bambina per la quale il Tribunale dell'Aquila ha
ordinato le infusioni con metodo Stamina, di fare un caso studio
con una ''valutazione completa pre e post trattamento'' da
medici super partes.
"Ci è stato chiesto di fare da portavoce di un genitore di un
paziente", ha spiegato Paola Macchi (M5S) in commissione Sanità
al Consiglio regionale della Lombardia, aggiungendo: "Siamo
stati contattati dal papà di Noemi, il suo è l'ennesimo caso di
ordinanza di un giudice che dice di fare le infusioni, anche se
in questo caso ė diverso perché lei non ė mai stata trattata con
Stamina".
"La proposta del papà di Noemi - ha continuato Macchi - è
stata di approfittare che le è stato detto che deve essere
infusa e fare uno studio del caso" in quanto "un'osservazione
super partes consentirebbe di fare chiarezza". Il consigliere ha
inoltre affermato che "le responsabilità sono politiche e siamo
noi che dobbiamo dare una risposta" ai pazienti e ai loro
parenti.
La stessa richiesta ė contenuta anche nel documento
conclusivo dei Cinquestelle sull'indagine conoscitiva sul caso
Stamina in commissione Sanità del Consiglio regionale. In
quest'ultimo si afferma che con il lavoro della commissione del
Consiglio "non si è fatta nessuna chiarezza" sulla vicenda
Stamina.
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