Figure eroiche e altre a dir poco grottesche; salvatori della patria e personaggi vili; vittime innocenti che riemergono dallo sfondo e aspiranti ballerine che, proprio nella tragedia, hanno trovato il loro quarto d'ora di celebrità. Mentre la Costa Concordia parte per il suo ultimo viaggio e si lascia finalmente alle spalle quell'isola del Giglio di cui da 900 giorni era divenuta l'emblema triste, come nei titoli di coda di un film, scorrono i nomi e i volti degli interpreti illustri dell'amara saga Concordia.
L'eroe per eccellenza dell'impresa mai tentata finora a questo livello è senz'altro il 'cacciatore' di relitti, il supertecnico 52enne, sudafricano NICK SLOANE. Forte di 27 anni di esperienza nel recupero delle imbarcazioni, Sloane è il regista delle operazioni di rigalleggiamento e navigazione del relitto della Costa Concordia, tecnicamente il 'Senior salvage master' del consorzio Titan Micoperi. E' stato il leader della 'control room', la cabina di comando. Oggi per lui è il giorno del trionfo. Con lui esulta anche il suo TEAM, una squadra di 19 supertecnici assoldati da tutto il mondo: 7 sono gli italiani, 2 sudafricani, 2 tedeschi, 2 inglesi, 4 americani, 1 belga e un indiano. Tra loro anche una donna, INKEN FRUHLING, già guida delle operazioni di rotazione della Concordia. Trent' anni, di Amburgo, Fruhling è architetto navale.
Dalla vicenda Concordia esce vittorioso, almeno rispetto ai profeti di sventura, anche il capo della Protezione civile, GIANFRANCO GABRIELLI, 54 anni, al fianco di Sloane nel coordinamento delle operazioni. Alla partenza della nave ha invitato ad esprimere la soddisfazione in modo "sobrio" e "misurato". Tuttavia, non è mancato un suo sorriso quando, alla rimozione della Concordia, nel centro di coordinamento si è levato un lungo applauso: "Siamo orgogliosi", ha ammesso.
Il 'padre' degli eroi della vicenda Concordia resta comunque il capitano di fregata GREGORIO DE FALCO, napoletano di 47 anni. E' l'ufficiale che si trovava a capo della sala operativa della capitaneria di Porto di Livorno la notte del naufragio. Duro ma buono, lucido anche nelle emergenze, De Falco ha rappresentato il simbolo del riscatto con i comandi perentori che quella sera gridò via telefono al comandate Schettino. Il suo secco ''Torni a bordo, cazzo!'', ha fatto il giro del mondo.
Il personaggio tristemente più famoso resta invece lui, il pavido comandante di navi da crociera, FRANCESCO SCHETTINO, 53 anni, di Castellammare di Stabia. Fu arrestato il giorno dopo per omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono di nave. Secondo la procura Schettino non solo e' responsabile dell' 'inchino', che ha portato la Concordia a schiantarsi contro lo scoglio, ma e' colpevole anche del ritardo nell'allarme e di aver abbandonato migliaia di passeggeri in pericolo. Schettino, anche nei giorni del recupero del relitto, non ha smentito la sua immagine. Ieri si è fatto fotografare a Ischia ad una festa e oggi ha rivelato che sta lavorando a un libro sul naufragio della Costa Concordia che conterrà, anche con "inediti", la sua verità dei fatti.
Oggi non si dimenticano comunque i primi protagonisti della vicenda, cioè le VITTIME del naufragio, 32 persone, parte dei 4.229 a bordo, tra passeggeri e membri dell'equipaggio. Tra questi, l'ultimo disperso, l'indiano RUSSEL REBELLO, 33 anni, sposato e padre di un bambino di tre anni. Lavorava a bordo della Concordia come cameriere. Già da venerdì, ha assicurato Gabrielli, riprenderanno le ricerche dei suoi resti nelle parti in cui la nave era confliggente con i fondali e che non erano state esplorate.
Le cronache ricordano oggi anche il personaggio forse più cinematografico apparso in quei tragici giorni, la ballerina moldava, DOMNICA CERMOTAN, 26 anni. Lavorava sulle navi, ma la crociera sulla Costa Concordia era un regalo per il suo compleanno. Quella sera cenò col comandante, poi lui la invitò in plancia per ammirare il panorama notturno dell'Isola del Giglio. Dopo l'urto con gli scogli de 'Le Scole' per l'inchino 'maledetto' raccontò di aver dato una mano per l'evacuazione dei passeggeri. Ha definito Schettino ''un eroe''. Poi non non lo ha più sentito e una volta in patria gli ha inviato una mail: ''Ti odio''.
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