E' un istituto anglosassone, la Stepchild Adoption (letteralmente 'adozione del figliastro') utilizzata dal tribunale dei minorenni di Roma per la coppia di lesbiche, e vuol dire l'adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia del figlio, naturale o adottivo, del partner. Può dunque può riferirsi sia a coppie eterosessuali che omosessuali, anche se viene comunemente riferita a coppie dello stesso sesso.
Oltre che nel Regno Unito, la stepchild adoption è consentita anche in altri Paesi europei dove è possibile per le coppie omosessuali adottare bambini, come ad esempio Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia ma anche in nazioni, come Germania, Finlandia e Groenlandia, che pur non consentendo l'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso riconoscono a chi è in convivenza registrata con una persona di sesso uguale l'adozione dei figli naturali e adottivi del partner.
L'adozione nasce dalla necessità, molto avvertita dalle coppie omosessuali - in Italia secondo le associazioni sono centinaia se non migliaia - di tutelare i figli in mancanza di una legge che riconosca le coppie formate da persone dello stesso sesso. Questi bambini, infatti, spesso nati all'estero grazie alla procreazione assistita eterologa, in Italia risultano figli solo del genitore naturale e in caso di problemi o di decesso del genitore biologico, l'altro non ha alcun diritto nè dovere nei suoi confronti.
In Italia, i bambini con genitori omosessuali sono circa 100.000 secondo alcune stime. I risultati di una ricerca del 2005 condotta da Arcigay con il patrocinio dell'Istituto Superiore di Sanità, indicano che il 17,7% dei gay e il 20,5% delle lesbiche con più di 40 anni hanno almeno un figlio.
Prendendo tutte le fasce d'età, sono genitori un gay o una lesbica su 20.
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