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Migranti, in tre giorni 800 vittime tra morti e dispersi. E Angelina Jolie va a Malta

Migranti, in tre giorni 800 vittime tra morti e dispersi. E Angelina Jolie va a Malta

Il numero si riferisce a morti e dispersi. La maggior parte sarebbe annegata al largo di Malta. Unhcr, crisi umanitaria senza precedenti. L'inviata speciale Angelina Jolie ha visitato ieri il quartier generale del soccorso navale dell'isola

ROMA, 16 settembre 2014, 10:57

Redazione ANSA

ANSACheck

UNHCR Special Envoy Angelina Jolie visits Syrian refugees in Malta © ANSA/EPA

UNHCR Special Envoy Angelina Jolie visits Syrian refugees in Malta © ANSA/EPA
UNHCR Special Envoy Angelina Jolie visits Syrian refugees in Malta © ANSA/EPA

Sbarchi in corso in Calabria, Campania e Siclia di oltre 1600 migranti tratti in salvo nei giorni scorsi

Tra 589 e 639 persone: è il bilancio, dell'Unhcr, delle persone morte o disperse nei cinque naufragi avvenuti nel Mediterraneo durante il week end. Lo apprende l'ANSA. Si tratta di stime, precisa l'Unhcr, non confermate, soprattutto per quanto riguarda i dispersi, perché spesso vengono forniti da testimoni - cioè gli stessi sopravvissuti - e quindi non verificabili. "E' una crisi umanitaria senza precedenti" afferma in un tweet la portavoce in Italia dell'Unhcr, Carlotta Sami.

L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Antonio Guterres e l'inviata speciale Angelina Jolie hanno visitato ieri il quartier generale del soccorso navale a Malta e hanno incontrato tre sopravvissuti a una delle tragedie del mare di questi giorni. Nella capitale maltese di Valletta, Jolie ha visitato alcune famiglie di rifugiati siriani che sono sopravvissuti lo scorso ottobre a una tragedia simile. Tra loro anche una coppia di Damasco i cui tre figli piccoli sono morti durante la traversata e un medico di Aleppo che ha perso la moglie e la figlia di tre anni. Guterres e Jolie hanno ringraziato le autorità navali per il loro impegno nelle operazioni di soccorso che hanno avuto esito positivo e che hanno permesso di salvare molte vite.

Oltre a esprimere preoccupazione riguardo la sostenibilità dell'operazione italiana Mare Nostrum, i due hanno chiesto maggiori sforzi da parte degli stati europei affinché si impegnino nelle operazioni di salvataggio e nella riduzione delle morti in mare. "La risposta dell'Europa deve rappresentare uno sforzo veramente collettivo, quello che offre i modi più sicuri per trovare protezione, mantenendo allo stesso tempo una forte capacità di salvare le persone in mare. In caso di fallimento, si perderanno molte altre vite alle porte dell'Europa", ha detto l'Alto commissario della Nazioni Unite.

Naufragio Malta: Oim, per testimoni 500 dispers
Sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana a 300 miglia al largo di Malta, e a causare l'incidente sarebbero stati gli stessi trafficanti, che - da una seconda imbarcazione - avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone con a bordo i migranti, con i quali era nato un violento scontro". A raccontare la vicenda agli operatori dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Sicilia sono stati i due sopravvissuti di nazionalità palestinese.

I due sopravvissuti, due ragazzi fuggiti da Gaza e andati in Egitto a inizio settembre, sono stati soccorsi in alto mare dal mercantile panamense "Pegasus" che li ha portati a Pozzallo due giorni fa. "Se questa storia, sulla quale sta investigando la Polizia, sarà confermata - riferisce l'Oim - sarebbe il naufragio più grave degli ultimi anni, in quanto non si tratterebbe di un incidente, ma di un omicidio di massa, perpetrato da criminali senza scrupoli né alcun rispetto per la vita umana". Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, i migranti, siriani, palestinesi, egiziani e sudanesi, erano partiti in 500 da Damietta, in Egitto, sabato 6 settembre. Tra loro anche molte famiglie con bambini e minori non accompagnati. "Dopo aver già cambiato diverse imbarcazioni lungo la rotta, mercoledì scorso i trafficanti, a bordo di un altro natante, hanno chiesto ai migranti di 'saltare' su un'ennesima nave più piccola e precaria - prosegue l'Oim - Comprendendo la pericolosità della situazione, molti si sono ribellati: ne è nato uno scontro con i trafficanti, che a un certo punto, innervositi, hanno speronato il barcone dei migranti dalla poppa facendolo affondare". La maggior parte delle 500 persone sono cadute in mare e affogate, altre sono riuscite a restare a galla aggrappandosi a mezzi di fortuna: tra queste i due giovani palestinesi. 

 

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