Hanno rispolverato le magliette dell'alluvione del 2011, quelle con scritto "Non c'è fango che tenga", i ragazzi genovesi e di altre zone della regione e con guanti e pale si stanno sparpagliando per la città. "L'ho tirata fuori dal cassetto dopo tre anni ed eccomi di nuovo in strada", spiega un "angelo del fango", Anna C., studentessa liceale. Insieme a lei si sono mobilitati centinaia di giovani. Solo negli uffici del municipio della Bassa Valbisagno, in piazza Manzoni, tre responsabili hanno raccolto le iscrizioni di centinaia di volontari, almeno 300 a metà mattinata, ma tanti arrivano a Borgo incrociati e non si registrano in municipio. In via Canevari c'è talmente tanta gente che alcuni vengono "dirottati" al cimitero monumentale di Staglieno dove l'acqua ha fatto danni
Così sul ponte di Sant'Agata, sul Bisagno che fa meno paura, sciamano decine di ragazzi. Tre arrivano da Pieve Ligure e da casa si sono portati anche la pala. "Facciamo parte di un gruppo di 50 studenti universitari - spiega una di loro, Gloria Moscatelli - vogliamo dare una mano a chi ha perso tutto. Non potevamo starcene a casa". Giovanni S. è con due amici adolescenti, 16 anni ciascuno, prima alluvione, un po' di timidezza ma molta energia: "L'importante oggi è la solidarietà". "E' inutile stare a dire che cosa si poteva fare, quel che è successo è successo, oggi compito dei cittadini è cooperare tra loro", dice Matteo Ferrando, studente, 18 anni. "I ragazzi rispondono sempre alla grande - dice la titolare di un autonoleggio di corso Sardegna che ieri aveva metri d'acqua nell'officina e ora offre una mano agli altri. Giovani e meno giovani: sono tutti angeli del fango".
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