Nell'ultimo anno in cui è stata in servizio, nei suoi turni si sono registrati 96 decessi di pazienti: più del doppio di quelli (45) della seconda infermiera che la segue nella particolare graduatoria e quasi il triplo (36) della terza. Il dato - 'preoccupante' per gli investigatori - è contenuto nella scheda che l'Ausl di Ravenna ha consegnato alla Procura su esplicita richiesta in merito all'indagine che a ottobre ha portato in carcere Daniela Poggiali, 42enne ormai ex infermiera dell'ospedale 'Umberto I' di Lugo, nel ravennate, indagata per una scia di morti sospette in corsia.
I numeri si riferiscono al periodo che va dall'aprile 2013 all'aprile scorso, quando l'apertura del fascicolo di fatto determinò prima le vacanze forzate per la donna, quindi una sospensione dal lavoro e poi a fine luglio il licenziamento (legato tuttavia a due foto che la ritraggono assieme a una paziente appena deceduta e ad un furto da 10 euro in corsia).
Nello specifico, viene analizzata la situazione decessi per 39 infermiere del medesimo ospedale. I dati ottenuti sono suddivisi in tre aree: letti sotto il diretto affidamento, letti ai quali l'infermiera poteva essere assegnata come aiuto a colleghi e letti assegnati in settore contiguo. Per la Poggiali nell'anno in questione si registrano 50 decessi di pazienti sotto la sua diretta assegnazione: in questo caso il dato è quasi tre volte più alto di quello più vicino (17 morti) totalizzato da due colleghe.
Alla donna è stato finora attribuito l'omicidio, con una iniezione letale di potassio, di una 78enne il cui decesso l'8 aprile ha di fatto determinato l'apertura del fascicolo. Ci sono inoltre altri 38 decessi da inizio anno, fino a quella data, di pazienti morti quando era di turno lei: per dieci di questi il pool di consulenti dei Pm titolari, Alessandro Mancini e Angela Scorza, aveva ravvisato anomalie compatibili anche con l'uso di sostanze. Tanto che concludevano la propria relazione caldeggiando un approfondimento statistico, giunto negli ultimi giorni. A questo punto non è escluso che i carabinieri dell'Investigativo possano acquisire un ultimo dato statistico: le ore di servizio di ciascun infermiere per arrivare a calcolare un indice di mortalità per ora di lavoro svolto.
Daniela Poggiali - ha detto il procuratore Mancini al Daily Mail, riportato dal Resto del Carlino - pensava "di essere così intelligente, così furba da poter uccidere sotto il naso di tutti. Aveva un senso di potenza che la faceva sentire in grado di fare tutto quello che voleva, anche nel senso di togliere la vita a qualcuno. Si sentiva onnipotente come un Dio. Questo è stato il suo errore"
Le foto choc - C'è ancora choc e indignazione per l'infermiera Daniela Poggiali insieme ad una signora che, secondo l'Ausl e la Procura, era da poco deceduta. Le foto ritraggono l'infermiera 42enne in servizio all'ospedale di Lugo (Ravenna) mentre fa gesti di scherno nei confronti dell'anziana. Le immagini sono state scattate nel gennaio scorso da una giovane collega della Poggiali che, poi, gliele ha girate via Whatsapp. Le foto sono costate ad entrambe il licenziamento, impugnato dall'avvocato della Poggiali davanti al giudice del lavoro. Secondo la difesa, infatti, l'anziana - che si trovava nella stanza del tanatogramma - non era ancora deceduta. Nella perizia si farebbe infatti riferimento ad una paziente in stato di incoscienza con occhi chiusi. La collega che ha scattato le foto, però, avrebbe detto ai pm che l'anziana al momento dell' accaduto era morta: la testimonianza si trova negli allegati dell'atto di licenziamento siglato dall'Ausl di Ravenna. Daniela Poggiali è in carcere dal 10 ottobre, accusata della morte di un'anziana alla quale avrebbe iniettato del potassio. La Procura indaga su altre 28 morti, definite sospette, tra cui ci sarebbe anche la signora ritratta nella foto, 78enne.
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