Un forte applauso lo accoglie nella sala dell'Istituto Spallanzani, la sua 'casa' per 39 giorni da quando, lo scorso 25 novembre, è stato evacuato d'urgenza dalla Sierra Leone: Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency contagiato dal virus Ebola in Africa, è guarito. Da oggi è 'virus free' ed è stato dimesso dal reparto di alto isolamento della struttura. Entra nell'affollata conferenza stampa, che sancisce l'annuncio ufficiale della sua guarigione, visibilmente provato, molto dimagrito, ma ha un'aria serena e annuncia: ''Tornerò in Africa''.
Tuta grigia e barba curata, Fabrizio racconta le sue emozioni, ed accanto a lui c'è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sorridente anche per la gravidanza in corso di cui sono visibili i primi segni, mentre riceve cenni di auguri dai fotografi. Proprio il ministero della Salute ha svolto un ruolo determinante nella gestione del caso, coordinando l'intero processo di evacuazione e ricovero. Una ''regia'', sottolineano dal dicastero, che si è dimostrata efficace anche nel rapporto con gli altri Paesi che hanno concesso sieri e farmaci sperimentali per la cura del medico italiano. Fabrizio ringrazia i colleghi dello Spallanzani, con i quali, dice, ''si è creato un rapporto amichevole e di affetto. Ciò che è stato fatto per me è stato davvero grande''.
Oggi, annuncia davanti alle telecamere, ''tornerò in Sicilia, ma presto andrò nuovamente in Sierra Leone. Devo prima riprendermi e poi valuterò di tornare in Africa anche se per un periodo limitato. Voglio completare il lavoro iniziato". Quindi, ripercorre la sua vicenda: "E' impossibile ricostruire il momento in cui mi sono contagiato, perché ogni istante è buono quando si trattano pazienti ad alto rischio, ma sono certo di aver rispettato tutte le procedure di sicurezza previste''. Poi l'arrivo a Roma con un volo dell'Aeronautica militare, il ricovero in alto isolamento, e quindi il peggioramento che la sera del 4 dicembre rende necessario il trasferimento per 5 giorni in terapia intensiva per insufficienza respiratoria.
''I primi giorni - racconta - per mantenere la mente impegnata analizzavo ogni sintomo scientificamente, poi la luce della coscienza si è spenta ed ho un buco di due settimane delle quali non ricordo nulla. Qui il medico è stato spiazzato dal paziente, come è giusto che sia". Ed ancora: ''Non ho pregato - dice - anche perchè non ne avrei avuto il tempo''. Ci tiene a ribadire, come scritto nella lettere inviata il 26 dicembre ad Emergency, di non sentirsi un ''eroe'' nè un ''untore'': ''Semplicemente - dice - sono stato meno fortunato dei miei colleghi perchè mi sono contagiato. Ovviamente, ho avuto paura, ma sarebbe da folli non avere paura davanti a Ebola". Ora, tutto sembra essere alle spalle: ''Si dimette il paziente in ottime condizioni - recita l'ultimo bollettino clinico - e la ricerca del virus è risultata negativa sul sangue ed altri siti corporei''. Una guarigione, quella di Fabrizio, per la quale hanno espresso soddisfazione innanzitutto i medici dell'equipe dello Spallanzani, sottolineando l'importanza del lavoro di squadra, ma anche la presidente della Camera Laura Boldrini ('Con sanità e cure adeguate in tanti casi si può vincere malattia' scrive in un tweet) ed il premier Matteo Renzi (che sempre in un tweet afferma: 'Grazie a medici e personale dello Spallanzani per la loro straordinaria professionalità. In bocca al lupo a Fabrizio: buon lavoro #buon2015'). E' stata una ''bella storia che speriamo però non sui ripeta'', afferma il fondatore di Emergency Gino Strada. Oggi, ha commentato Lorenzin, ''è una giornata di grande felicità per me e per tutti gli italiani. L'Italia comincia bene l'anno''. Quindi l'annuncio del ministro di uno stanziamento di 4 mln di euro per completare la nuova ala di alto isolamento dello Spallanzani, della medaglia d'oro per la sanità pubblica a Emergency e di un'onorificenza a Fabrizio per il suo ''valore e coraggio''.
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