TARANTO - Dopo la marcia sulle statali 7 e 106, quaranta tir senza rimorchio delle ditte di autotrasporto dell'indotto Ilva - in rappresentanza dell'intero settore che protesta da oltre venti giorni - hanno raggiunto la città di Taranto. I mezzi pesanti, scortati dalle forze dell'ordine, si sono posizionati davanti al Municipio.
I rappresentanti della categoria rivendicano il pagamento dei sette mesi di stipendi arretrati perché non hanno nemmeno le risorse per acquistare il carburante e devono far fronte anche a un indebitamento finanziario con gli istituti di credito provocato da questa situazione. ''Le banche - ha precisato Giacinto Fallone, uno dei portavoce - hanno già chiesto a molti imprenditori di Taranto il rientro per tutte le fatture non onorate dall'Ilva. Praticamente stanno ponendo in fallimento le imprese e in povertà i titolari e soci che hanno garantito con i propri beni personali i fidi bancari''. Al presidio partecipano i portavoce degli autotrasportatori Vladimiro Pulpo (referente di Confindustria Taranto), Antonio Merico, il presidente della locale associazione degli industriali Vincenzo Cesareo e una delegazione degli imprenditori dell'indotto. Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, si è recato sul posto per parlare con i manifestanti. Gli autotrasportatori gli hanno consegnato le chiavi dei loro tir sotto l'occhio di cameramen, fotografi e giornalisti e hanno sottolineato che ''il problema dell'indotto è un problema per l'intera città di Taranto''. C'era anche un gruppo di persone che ha contestato le modalità della protesta mostrando lo striscione: 'Bloccate l'Ilva, la città no'. Dopo il sit-in i tir torneranno davanti al varco C dell'Ilva, dove stazionano da più di tre settimane altre decine di autoarticolati. Attualmente viene consentito l'ingresso nello stabilimento solo a 20 mezzi che trasportano materie prime per l'attività produttiva. Gli autotrasportatori, in mancanza di risposte, minacciano il blocco totale dei rifornimenti e non escludono una manifestazione con i tir a Roma.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA