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Il Papa contro il lavoro in nero: "E' un peccato gravissimo"

Il Papa contro il lavoro in nero: "E' un peccato gravissimo"

"No a offerte a Chiesa per coprire ingiustizie con dipendenti"

ROMA, 20 febbraio 2015, 20:09

Redazione ANSA

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Papa: lavoro in nero è peccato gravissimo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papa: lavoro in nero è peccato gravissimo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Papa: lavoro in nero è peccato gravissimo - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non puoi fare offerte alla Chiesa sulle spalle dell'ingiustizia che fai con i tuoi dipendenti. E' un peccato gravissimo: è usare Dio per coprire l'ingiustizia".
Così il Papa. "Se uno va a messa la domenica e fa la comunione, gli si può chiedere: 'Com'è il rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi il salario giusto? Versi i contributi per la pensione?".

I cristiani, specie in Quaresima, sono chiamati a vivere coerentemente l'amore a Dio e l'amore al prossimo: questo il concetto espresso da Francesco nell'omelia della messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Papa ha messo dunque in guardia da chi invia un assegno alla Chiesa e poi si comporta ingiustamente con i suoi dipendenti. Commentando le letture, il Pontefice ha subito sottolineato che bisogna distinguere tra "il formale e il reale": per il Signore, ha osservato, "non è digiuno, non mangiare la carne" ma poi "litigare e sfruttare gli operai". Ecco perché Gesù ha condannato i farisei perché facevano "tante osservanze esteriori, ma senza la verità del cuore". Secondo Bergoglio, è peccato gravissimo usare Dio per coprire l'ingiustizia. Così, se uno va a Messa tutte le domeniche e fa la comunione, gli si può chiedere: "E com' è il tuo rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi loro il salario giusto? Anche versi i contributi per la pensione? Per assicurare la salute?". "Quanti, quanti uomini e donne di fede, hanno fede ma dividono le tavole della legge: 'Sì, sì io faccio questo' - 'Ma tu fai elemosina?' - 'Sì, sì, sempre io invio un assegno alla Chiesa' - 'Ah, beh, va bene. Ma alla tua Chiesa, a casa tua, con quelli che dipendono da te - siano i figli, siano i nonni, siano i dipendenti - sei generoso, sei giusto?'. Tu non puoi fare offerte alla Chiesa sulle spalle della ingiustizia che fai con i tuoi dipendenti. Questo è un peccato gravissimo: è usare Dio per coprire l'ingiustizia". "Non è un buon cristiano quello che non fa giustizia con le persone che dipendono da lui", ha proseguito. E non è un buon cristiano, ha soggiunto, "quello che non si spoglia di qualcosa necessaria a lui per dare a un altro che abbia bisogno". Il cammino della Quaresima, ha detto ancora, "è questo, è doppio, a Dio e al prossimo: cioè, è reale, non è meramente formale. Non è non mangiare carne solamente il venerdì, fare qualcosina, e poi fare crescere l'egoismo, lo sfruttamento del prossimo, l'ignoranza dei poveri". C'è chi, ha raccontato il Papa, se ha bisogno di curarsi va in ospedale e siccome è socio di una mutua subito viene visitato. "E' una cosa buona - ha commentato il Papa - ringrazia il Signore. Ma, dimmi, hai pensato a quelli che non hanno questo rapporto sociale con l'ospedale e quando arrivano devono aspettare 6, 7, 8 ore?", anche "per una cosa urgente".

 

 

 

 


   

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