"Assistere ad episodi di violenza molto importanti o a una quotidiana conflittualità tra i genitori ha un effetto traumatico sui bambini che può essere paragonato a quello dell' abuso fisico e del maltrattamento".
Questa la riflessione di Simonetta Gentile, responsabile di psicologia clinica del Bambino Gesù, che prende spunto da quanto emerso oggi dai dati Istat, secondo cui e' in aumento la percentuale di figli che hanno assistito a episodi di violenza sulla madre. "Da una parte c'è un aspetto perverso da parte del genitore, che e' quasi come se volesse avere come spettatori i figli, dall'altra c'è un effetto transgenerazionale- spiega- spesso chi agisce con questa modalità e' stato a propria volta vittima di violenza assistita".
"Il bambino- aggiunge Gentile- reagisce in modo diverso e con comportamenti opposti: ad esempio puo'ritirarsi, isolarsi. Spesso, soprattutto se un po' piu' piccolo, si sente quasi colpevole perché non riesce a darsi una spiegazione, mentre se e' più grande vi può essere l'identificazione con l'aggressore che porta a propria volta ad esprimere aggressività e a mettere in atto comportamenti antisociali". "E' difficile che i bambini ne parlino, raccontino, il fenomeno viene piu' spesso fuori dalla capacità delle madri di chiedere aiuto, ma e'importante quando gli insegnanti si rendono conto che c'è un disagio, che si esprime attraverso disturbi dell'attenzione, difficoltà di integrazione" sottolinea l'esperta, aggiungendo che successivamente nelle valutazioni psico-diagnostiche è fondamentale guardare al contesto emotivo e relazionale in cui il piccolo e'inserito, includendo entrambi i genitori. "Solitamente si interviene con interventi integrati a carico del bambino e della famiglia, con psicoterapia familiare o di coppia" evidenzia .
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