Momenti di tensione ieri pomeriggio a largo Guido Mazzoni, a pochi passi dalla stazione Tiburtina di Roma, dove da giorni un centinaio di immigrati, per la maggioranza nordafricani, si era accampata in cerca di un riparo. Alcuni di loro provengono dai barconi che approdano nel Sud Italia, soprattutto etiopi ed eritrei, scampati alla fame e alle guerre, altri vengono dai centri di accoglienza che hanno poi deciso di abbandonare, altri ancora sono gli sgomberati di alcuni campi abusivi della Capitale.
Tutti sono stati sgomberati dalla polizia, che ha identificato 18 eritrei portati all'ufficio immigrazione."Gli immigrati eritrei ed etiopi che da giorni sostavano nel piazzale davanti alla stazione Tiburtina, dopo l'intervento della polizia di oggi, si sono rifugiati nel nostro centro. Ora ci saranno circa 700 persone: in pratica sta esplodendo". A parlare è uno dei volontari del centro policulturale Baobab di via Cupa, non lontano dalla stazione romana Tiburtina che hanno assitito questa notte i migranti. "La nostra è una struttura autogestita con 210 posti letto - aggiunge - ora vedremo cosa succederà, ma sicuramente non tutti potranno passare qui la notte".
Abbiamo circa 60 pazienti al giorno". Il quartiere si è diviso in due, tra chi ha provato ad aiutare gli immigrati, con una bottiglia d'acqua, qualche spiccio e magari un pasto, e chi, invece, ha manifestato la propria intolleranza per l'accampamento. Loro, gli invisibili, hanno resistito per giorni "sognando" un futuro migliore. Ora sotto quel ponte, tra l'asfalto rovente e i piloni di cemento non restano più neanche i cartoni.
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