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Bimba diabetica morta sul barcone, arrestati gli scafisti

Bimba diabetica morta sul barcone, arrestati gli scafisti

Ma a gettare lo zaino con l'insulina sarebbero stati i trafficanti

18 luglio 2015, 15:15

Redazione ANSA

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Profughi di origine Siriana a bordo di un barcone alla deriva - RIPRODUZIONE RISERVATA

Profughi di origine Siriana a bordo di un barcone alla deriva - RIPRODUZIONE RISERVATA
Profughi di origine Siriana a bordo di un barcone alla deriva - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli uomini del Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina sono riusciti ad individuare i presunti scafisti dello sbarco di due giorni fa al porto di Augusta: 320 migranti fra cui la famiglia della bimba siriana diabetica, deceduta in mare perché gli organizzatori del viaggio le hanno gettato in mare prima di partire lo zainetto che conteneva l'insulina. In manette tre egiziani, ai quali è stato contestato solo il reato di favoreggiamento dell' immigrazione clandestina ma non quello di omicidio. I tre sono stati trasferiti nel carcere di contrada Cavadonna. Non è stato possibile contestare altri reati perché, come gli stessi genitori della bimba hanno dichiarato, sono stati i trafficanti in Egitto a gettare in mare lo zainetto con l'insulina, decretando in questo modo la condanna a morte della piccola.

Orrore senza fine - A 10 anni, malata di diabete, si era imbarcata con il padre e le sorelle su un barcone diretto verso le coste italiane. Erano 320, pressati come sardine. Gli organizzatori del viaggio hanno pensato di fare posto buttando in mare alla rinfusa un po' di bagagli, compreso lo zainetto in cui c'erano le fiale di insulina che sarebbero servite alla bimba durante la traversata. Senza il farmaco la piccola è entrata in coma diabetico e non c'è stato nulla da fare. Il padre, un siriano di 48 anni, davanti al corpo senza vita della figlia, ha chiamato al telefono l'Imam affinché le porgesse l'estremo saluto recitando una preghiera. Poi ha dovuto abbandonare il cadavere in mare, trasportato dalle correnti del canale di Sicilia, mentre la barca continuava la sua rotta verso la costa siracusana. Approdato in Sicilia da qualche giorno, l'uomo oggi è scoppiato in lacrime e ha raccontato tutto al sostituto commissario di Siracusa Carlo Parini, che coordina il gruppo interforze di contrasto all'immigrazione presso la procura locale. Ha spiegato al poliziotto di essersi opposto con tutte le sue forze per riavere dagli scafisti egiziani quello zainetto che era stato strappato dalle mani della bimba; ma inutilmente. Ha sperato che il viaggio in mare durasse poco, ma la figlia non ha resistito. Il padre raccontando la storia vissuta in mare da lui e dall'intera famiglia non riusciva a trattenere le lacrime. Il genitore, in fuga dalla guerra, ha una laurea in Economia. Di tutto quello che aveva con sé è riuscito a conservare il passaporto, sperando che gli sia utile per potere raggiungere la Germania, dove desidera andare, sempre che gli sia ancora rimasto qualche desiderio dopo quanto è accaduto sotto i suoi occhi solo qualche giorno fa. Il barcone in cui erano stipate le 320 persone era partito dall'Egitto, dove i migranti in attesa di imbarcarsi hanno aspettato per sette giorni che arrivasse il loro turno. Nel Canale di Sicilia la carretta è stata avvistata da un mercantile in transito, ma quando era già troppo tardi per soccorrere la bimba, già morta e abbandonata nelle acque del Mediterraneo.

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