Ci sarebbero 5 possibili responsabili, ufficiali delle Forze Armate, nello scontro fra Tornado del 19 agosto 2014 sui cieli di Ascoli, costato la vita a quattro piloti, due piemontesi. E' quanto hanno affermato i consulenti della Procura di Ascoli PIceno, i comandanti Mario Pica e Giuliano Currado, che hanno segnalato i nomi di 5 ufficiali al pm. Secondo i due comandanti la collisione è "riconducibile a carenze organizzative" che hanno creato le premesse per una situazione di "estremo pericolo". L'Aeronautica Militare "esprime piena fiducia nelle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Ascoli, nei cui confronti rinnova la propria stima istituzionale. Ogni valutazione sarà rimessa alle conclusioni alle quali perverrà l'autorità giudiziaria, nei cui riguardi l'Aeronautica ha sempre fornito e sta continuando a fornire la piena e più trasparente collaborazione, finalizzata all'accertamento della verità". E' quanto sottolinea lo Stato maggiore della Forza armata, in una nota. "L'unico nostro pensiero - si legge ancora - è rivolto ai quattro giovani e valorosi aviatori, scomparsi tragicamente nei cieli di Ascoli, e alle loro famiglie". L'urto provocò la morte di Mariangela Valentini e Alessandro Dotto, entrambi piemontesi, Giuseppe Palminteri e Piero Paolo Franzese. La procura di Ascoli Piceno ha confermato in serata che la perizia dei due consulenti dell' Aeronautica militare sullo scontro fra due Tornado avvenuto nei cieli della citta' il 19 agosto 2014 e'stata depositata ed e' a disposizione delle parti. Allo stato, non sono stati adottati provvedimenti.
Il fascicolo è aperto per disastro e omicidio colposi. I Tornado si scontrarono sopra Venarotta a circa 300 metri dal suolo durante una esercitazione dopo essere decollati dalla base militare di Ghedi (Brescia). La palla di fuoco e il boato furono visti e sentiti a venti chilometri di distanza. Detriti in fiamme si sparsero per le colline. E non mancarono le polemiche sull'opportunità di allestire missioni del genere in prossimità dei centri abitati. Anche la procura militare di Verona ha un'indagine in corso.
I primi accertamenti degli investigatori scaligeri hanno confermato che uno dei due velivoli, quello pilotato dal capitano Valentini, non si trovava all'altezza prevista: era stato spiegato, però, che questo non significava necessariamente che ci fosse una qualche responsabilità dell'ufficiale alla cloche. La consulenza ascolana, invece, punta in un'altra direzione: e avrebbe fatto emergere una serie di manchevolezze che vanno al di là del comportamento degli equipaggi. "Non vogliamo gettare la croce su nessuno - spiega la famiglia di una delle vittime piemontesi, presente nel procedimento in qualità di persona offesa - ma chiediamo solo che sia fatta completa chiarezza. Perché è evidente che qualcosa non ha funzionato".
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