Politici, ex membri della banda della Magliana, imprenditori e faccendieri. Questi i principali imputati, in tutto 46, che da domani saranno alla sbarra nel maxiprocesso su Mafia Capitale, che prenderà il via nell'aula Occorsio della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. In aula non ci saranno, per motivi di sicurezza, i vertici dell'organizzazione, Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia. Ieri Luca Odevaine, uno dei principali accusati nell'inchiesta, ha lasciato invece il carcere per i domiciliari.
MASSIMO CARMINATI. Ex Nar, con un passato nella Banda della Magliana, è il vertice assoluto dell'organizzazione criminale. E' lui che coordina le attività ed individua i settori nei quali "investire". Intrattiene rapporti con le altre organizzazioni criminali sul territorio, ma anche con il mondo politico, istituzionale e finanziario. E' accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
SALVATORE BUZZI. E' il "re" delle cooperative a Roma. Presidente della 29 giugno si occupava della gestione e manutenzione del verde pubblico, ma anche di servizi di pulizia e gestione delle strutture per immigrati. Individuava le "mucche da mungere" e oliava i rapporti politici ed istituzionali con mazzette e tangenti. Anche per lui l'accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso.
RICCARDO BRUGIA. Anche lui ex Nar, è considerato l'"alter ego" di Carminati. Sarebbe lui il presunto custode delle armi dell'organizzazione, mai trovate dagli inquirenti. Secondo i giudici è lui a gestire le estorsioni e "coordinare le attività nei settori del recupero crediti".
LUCA ODEVAINE. Ex vicecapo di gabinetto dell'ex sindaco Walter Veltroni, è accusato di "orientare le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti asilo", tal del quale faceva parte, e di ricevere in cambio un pagamento. Ieri gli sono stati concessi i domiciliari.
FRANCO PANZIRONI. Ex amministratore delegato di Ama, già condannato lo scorso maggio a 5 anni e 3 mesi per lo scandalo Parentopoli all'epoca della giunta Alemanno. Ama per gli inquirenti veniva trattata come la "cassaforte" dell'organizzazione.
FABRIZIO FRANCO TESTA. Commercialista e fedelissimo di Carminati, aveva in carico le relazioni con istituzioni e politici. Si occupava dell'individuazione di persone di fiducia da proporre in posti chiave dell'amministrazione.
LUCA GRAMAZIO. Ex consigliere comunale e poi capogruppo Pdl in Regione è accusato di associazione a delinquere. Secondo l'accusa è lui uno dei principali referenti dell'organizzazione di Carminati per la quale ha perseguito "un proprio interesse non solo economico, ma anche diretto a consolidare ed accrescere il proprio prestigio politico".
ANDREA TASSONE. Eletto nel Pd, è stato presidente del Municipio di Ostia, poi commissariato per mafia. Secondo il giudice, anche lui sarebbe stato in contatto con il "Mondo di Mezzo", dal quale avrebbe ricevuto indirettamente denaro con la mediazione del suo braccio destro Paolo Solvi. Obiettivo dell'organizzazione il verde e le spiagge.
MIRKO CORATTI. Consigliere comunale del Pd, è stato anche presidente d'Aula. Secondo l'accusa sarebbe stato "al servizio dei soggetti economici riconducibili al gruppo di Buzzi".
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