L'esistenza dell'imbrattamento
"non può avere come parametro né lo stato di decoro del bene
imbrattato né l'eventuale natura artistica dell'opera d'arte che
si sta realizzando". E nemmeno può lasciarsi "a valutazioni
personalissime e perciò stesso sindacabili legate al valore
artistico di un disegno, trattandosi di un parametro legato al
gusto e a sentimenti sociali e a sentimenti sociali o
individuali variabili e spesso influenzato dalle mode". Lo
sostiene il giudice di Bologna Gabriella Castore, nella sentenza
con cui Alice Pasquini, in arte AliCé, è stata condannata ad una
multa da 800 euro per aver impresso i propri disegni di street
art su alcuni muri della città. Assistita dall'avv. Stefania
Martelli, AliCè farà appello.
Ciò che rileva, per il giudice, "è la lesione dell'interesse
giuridico protetto, cioè l'estetica e la pulizia attribuiti al
bene da chi ne ha legittimamente la disponibilità, interesse che
viene leso nel momento in cui il bene viene 'sporcato' con un
disegno o una scritta".
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