La piaga degli abusi sui minori da parte del clero si era diffusa a macchia d'olio in tutto il mondo e si è arrivati anche ad 800 denunce in un solo anno in Vaticano. Era il 2004 ma anche negli ultimi anni i casi sottoposti all'ex sant'Uffizio di aggirano intorno ai 600 l'anno. Queste dunque le denunce di tipo "canonico", secondo i dati forniti dal Vaticano nel 2013, ma restano poi le inchieste giudiziarie aperte dalla magistratura civile.
Uno scandalo enorme che portò Papa Benedetto XVI, già da quando era ancora cardinale con la responsabilità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede (l'istituzione vaticana che si occupa della materia) ad alzare i tappeti sotto i quali era nascosta la 'polvere' e a decidere per la 'tolleranza zero'. Linea confermata e rafforzata da Papa Francesco che ha assunto in questi tre anni di pontificato una serie di decisioni molto forti. Anche quella di voler processare in Vaticano, un Nunzio, un alto esponente della diplomazia, come nel caso di Jozef Wesolowski.
In dieci anni, dal 2004 al 2013, sono stati circa 900 i preti ridotti allo stato laicale. Praticamente 'cacciati' dalle gerarchie e impossibilitati a proseguire nel loro ministero sacerdotale. Questi sono gli ultimi dati diffusi dallo stesso Vaticano, nel 2014, in occasione dell'inchiesta aperta in sede Onu nel Comitato contro la tortura.
Ma enorme non è solo il numero dei casi e di Paesi coinvolti nello scandalo della pedofilia da parte di uomini di Chiesa.
Gigantesche sono state anche le cifre già sborsate in alcune realtà per i reati commessi da ecclesiastici.
La sola Chiesa degli Stati Uniti ha già pagato nell'ultimo decennio, quando le denunce sono venute alla luce e sono state coinvolte anche le Corti di Giustizia, quasi 3 miliardi di dollari, tra patteggiamenti, terapie e spese legali. In questo contesto emblematico è proprio il caso di Boston, raccontato nel film Spotlight che ha vinto l'Oscar. L'attuale cardinale della cittadina americana, Sean Patrick O' Malley, scelto da Papa Francesco per presiedere la Commissione vaticana sulla pedofilia, dopo aver 'ereditato' la difficile situazione creata dal suo predecessore, Bernard Francis Law, decise di vendere il palazzo vescovile e scelse per sé una residenza ordinaria, proprio al fine di risarcire le vittime di pedofilia.
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