"Sentiamo il dovere di scoprire la verita' e di sapere chi sono i responsabili della morte di Regeni. Abbiamo chiesto al governo egiziano di cooperare. Speriamo che questa cooperazione finora limitata diventi piu' seria": cosi' il ministro degli esteri,Paolo Gentiloni, intervenuto al Council on Foreign Relations di New York e' tornato sul caso del ricercatore italiano ucciso in Egitto.
L'Ambasciata italiana al Cairo ha ricevuto oggi pomeriggio una nota verbale con la quale il Ministero degli Esteri egiziano ha trasmesso alcuni dei materiali investigativi richiesti nelle scorse settimane dal governo italiano attraverso canali diplomatici. Non risultano essere stati ancora consegnati altri materiali informativi richiesti dalle note verbali della nostra Ambasciata. Si tratta di un primo passo utile. La Farnesina ritiene tuttavia che la collaborazione investigativa debba essere sollecitamente completata.
La Farnesina fa sapere inoltre che i primi documenti ottenuti dalle autorità egiziane sono "in particolare informazioni relative a interrogatori di testimoni da parte delle autorità egiziane, al traffico telefonico del cellulare di Giulio Regeni e a una parziale sintesi degli elementi emersi dall'autopsia".
Una fonte di alto rango della presidenza egiziana ha ribadito la convinzione del Cairo che dietro la tortura a morte di Giulio Regeni vi siano terroristi islamici. "Il terrorismo in Egitto non è finito e cerca di danneggiare i rapporti tra l'Egitto stesso e altri paesi come è stato nel caso del cittadino italiano Giulio Regeni", ha dichiarato all'ANSA la fonte altamente qualificata.
Attraverso quest'atto coloro che vogliono colpire l'Egitto e la regione e coloro che sono legati a gruppi terroristici hanno addossato sul ministero dell'Interno egiziano la responsabilità dell'uccisione di Regeni", ha aggiunto la fonte della presidenza del Cairo. La fonte ha ricordato "le conferme del presidente Abdel Fattah Al Sisi secondo le quali il terrorismo cerca di danneggiare i rapporti egiziani con gli altri paesi prendendo di mira le comunità straniere come avvenuto nel caso dell'aereo russo" esploso sul Sinai a fine ottobre "o facendo circolare voci che nuocciono alle relazioni dell'Egitto con altri paesi, come nel caso dell'omicidio di Regeni". La dichiarazione è stata resa dalla presidenza per chiarire una frase pronunciata da Sisi il 20 febbraio in un discorso a Sharm El Sheikh quando, in maniera evidentemente troppo sintetica, aveva detto: "Chi ha abbattuto l'aereo russo che voleva? Voleva danneggiare solo il turismo? No, voleva danneggiare le nostre relazioni con la Russia e l'Italia".
Premier Egitto, si tenta di sfruttare il caso - Il premier egiziano Sherif Ismail ha dichiarato che "ci sono tentativi di sfruttare il caso del giovane italiano" Giulio Regeni "e dell'aereo russo" esploso in volo nell'ottobre scorso "per influenzare le nostre relazioni esterne". Lo riferisce il sito Al Shorouk citando un'intervista concessa dal primo ministro alla tv pubblica egiziana. La controparte italiana ha chiesto che ci fosse una squadra di lavoro congiunta, scrive da ieri sera il sito sintetizzando le dichiarazioni di Ismail, e quando emergeranno risultati saranno immediatamente pubblicati in piena trasparenza e con i dettagli.
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