Negli ultimi anni il numero dei matrimoni tra anziani e donne molto più giovani, spesso badanti e colf, è "raddoppiato, fino a toccare quota tremila". Ma in genere non si tratta di unioni fortunate: il 70% di queste nozze è destinato a fallire, secondo il Centro studi dell'Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, che fa notare come il 20% delle separazioni e delle cause in tribunale riguardi "esclusivamente persone con più di 65 anni". "Ogni anno - dice il presidente dell'Ami Gian Ettore Gassani - sono oltre 2500 i procedimenti, in sede civile, che riguardano anziani che hanno allacciato relazioni con donne molto più giovani o che sono in procinto di farlo. Si presume che il dato sia identico, anche in sede penale, per denunce del reato di circonvenzione di incapace e truffa. Un campanello d'allarme importante, da non sottovalutare per una serie di motivi.
Innanzitutto perché, come si può facilmente immaginare, spesso questi matrimoni hanno aspetti patologici e possono rappresentare un reale pericolo per gli anziani: il rischio di frode e di raggiro è dietro l'angolo". I matrimonialisti chiariscono che non intendono "criminalizzare colf e badanti, che, anzi, si sono rivelate in questi anni di fondamentale importanza perché rappresentano il welfare della Terza età". Ma vedono dietro la diffusione del fenomeno l'esistenza di un "disagio importante". "Il nostro è un Paese sempre più vecchio e, forse, per certi aspetti anche più solo - osserva Gassani -. E' vero che nella maggior parte dei casi, l'anziano pensa che la giovane donna sia davvero innamorata di lui. Ma non è sempre così: spesso preferisce avere accanto a sé una donna che finge di amarlo, piuttosto che i figli che non si ricordano neanche di andarlo a trovare o di fargli gli auguri di buon compleanno".
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