Quella della moglie è stata una
"tragica scomparsa" e "ribadisco la mia innocenza, la mia totale
estraneità a ciò che è accaduto". Sono alcuni dei passaggi della
lettera inviata al Resto del Carlino da Matteo Cagnoni, il
51enne dermatologo ravennate in carcere da una settantina di
giorni con l'accusa di avere massacrato a bastonate la moglie
39enne, Giulia Ballestri, la mattina del 16 settembre in una
loro villa disabitata nel centro della città. Rispondendo a una
lettera inviata dai giornalisti, sulle accuse a lui attribuite
Cagnoni si è limitato a scrivere che "con le indagini in corso,
se rilasciassi dichiarazioni di natura difensiva produrrei il
solo effetto indesiderato di alimentare confusione e polemiche".
Cagnoni non ha fatto ulteriori accenni all'omicidio della
consorte, parlando invece bene del carcere di Ravenna, dove era
stato trasferito dopo avere trascorso altrettanto tempo in
quello di Sollicciano: era stato fermato dalla polizia a Firenze
il 19 settembre nei pressi della villa paterna.
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