Milano dedicherà una via a Gualtiero Marchesi, "ma tra 10 anni perché vogliamo rimanere fedeli alle regole, altrimenti è sempre un'eccezione": lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala arrivando al teatro Dal Verme, dove è stata allestita la camera ardente dello chef scomparso. "Ai tanti che lo chiedono, come il presidente del consorzio del Grana Padano - ha detto Sala - io dico: dedicate voi una borsa di studio, troviamo il modo di riconoscere il suo grande valore. Per mantenere vivo il ricordo di Gualtiero Marchesi può avere un senso anche che prosegua la scuola di cucina, un'iniziativa che meriterebbe un rapporto tra pubblico e privato". Soffermandosi qualche momento vicino alla bara di Marchesi, coperta di rose bianche, il sindaco di Milano ha ricordato quelle che a suo avviso sono state le caratteristiche fondamentali di Marchesi: "la prima è la voglia di non mollare mai, fino all'ultimo giorno, per questo sono contento che il suo ristorante sia stato confermato tramite gara alla Scala per i prossimi 10 anni; l'altra cosa è la capacità di insegnare, che è il miglior investimento". Il sindaco ha voluto lasciare scritte alcune parole sul registro della camera ardente: "caro Gualtiero, il mio ricordo e la mia stima per te per un uomo che fino all'ultimo ha contribuito alla meravigliosa storia della nostra Milano". Al Dal Verme le figlie di Marchesi, Paola e Simona, e il genero Enrico Dandolo, che oltre a quella del sindaco hanno ricevuto le visite del cantante Elio, che insieme a Marchesi aveva inciso la "gagarella del Biffi Scala". La si può ancora ascoltare quando si chiama il ristorante e si viene messi in attesa. E poi già dalla prima mattina, alla spicciolata, la direttrice storica della Cucina Italiana e gli chef cresciuti alla scuola di Marchesi. Nel foyer del dal Verme un "collage" di piatti celebri dello chef e un suo ritratto.
IL TRAILER DEL FILM DELLA SUA VITA, 'THE GREAT ITALIAN', CHE SARA' PRESENTATO IL PROSSIMO 19 MARZO
La perfezione senza deroghe in cucina, risotto in foglia d'oro e zafferano è la sua ricetta più famosa; l'anticonformismo nella vita e professione. Così è stato Gualtiero Marchesi al culmine della sua carriera. Un Maestro per tanti talenti ai fornelli, dai cuochi e pasticceri allievi dell'Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana a Colorno (Parma) di cui è stato fondatore e Rettore, ai Marchesi Boys (Cracco, Berton e Oldani, solo per restare nel milanese), agli chef italiani di successo nel mondo dell'associazione Le Soste, di cui Gualtiero è stato uno dei fondatori. Un rivoluzionario nel successo, dal celeberrimo "No" alle Tre Stelle Michelin, in contestazione ai criteri di valutazione della guida rossa, alla battaglia per il diritto d'autore del piatto fino al visionario progetto della casa di riposo per accogliere cuochi a fine carriera, che sarà inaugurata a Varese nell'autunno 2018.
Nonostante gli 87 anni compiuti, Marchesi si è dimostrato fino all'ultimo molto attivo sui social: "Non sempre le cose semplici sono le migliori, ma sempre le cose migliori sono le più semplici" ha puntualizzato su Twitter due settimane fa replicando ad un commento online. Una verve da pasionario della cultura gastronomica dimostrata nelle indimenticabile lezioni agli allievi degli istituti alberghieri a Montecatini, nell'edizione 2016 di Food and Book, e a Senigallia dove Marchesi, come ricorda il sindaco Maurizio Mangialardi, fu protagonista di una lectio magistralis nell'istituto Panzini. ''Un esempio per tutti'' ha commentato, sempre dalla cittadina marchigiana, lo chef Moreno Cedroni. ''Maestro per tanti, padre - scrive Gennaro Esposito su Twitter - di tutta l'alta cucina italiana. E' amaro l'addio allo chef Gualtiero Marchesi, il mentore di tutti noi, difensore della nostra identità culinaria, straordinario interprete dell'Italia ai fornelli. Un grande onore averlo conosciuto".
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