Vasellame e bronzi dell'età del
ferro, ceramiche decorate di età ellenistica, fibule da parata,
orecchini, bracciali, ma anche armi e collane per bambine: sono
i reperti archeologici - riferiti a corredi funerari trafugati
probabilmente da tombe nel cirotano - trovati dai carabinieri
della Compagnia di Cirò Marina. Si tratta di una quarantina di
pezzi individuati in una stalla di un'azienda agricola di Punta
Alice. I carabinieri cercavano armi, ritenendo il proprietario
legato ad ambienti criminali, ma hanno trovato un tesoro.
L'uomo, G.P., commerciante di 68 anni, è stato denunciato per
riciclaggio ed appropriazione di beni dello Stato. Si tratta, ha
spiegato Maria Grazia Aisa, funzionaria della Soprintendenza
archeologica, di reperti "che non hanno un valore particolare ma
che proprio perché oggetto di mercato clandestino non sono
presenti in alcun museo". "Il ritrovamento - ha detto il
comandante della Compagnia di Cirò Marina Alessandro Epifanio -
fa capire l'interesse criminale sull'archeologia".
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