Lo scrittore Giorgio Bassani è stato scelto per una delle tracce della prima prova di italiano della maturità 2018. Si tratta di un brano del suo più famoso libro, 'Il giardino dei Finzi Contini'. Per il tema storico, la Cooperazione Internazionale, con De Gasperi e Moro in particolare. I volti della solitudine per il componimento di Arte.
MATURITA' 2018, TUTTI GLI APPROFONDIMENTI
Ferrarese di nascita, allievo di Longhi a Bologna, e' scrittore dalla scrittura raffinata e ricercata, che apre la prosa d'arte a una visione piu' completa e al sociale, alla realta' storica, senza contaminare lo stile e quella intima forza poetica ricercata di continuo, il che potrebbe farlo accostare per certi versi al lavoro fatto con le immagini da Luchino Visconti. Bassani e' autore che scrive e riscrive, lima e corregge le proprie opere per tutta la vita. E basterebbe guardare come si sono trasformate le sue celebri ''Cinque storie ferraresi'', dalla prima stesura anni '40 alla versione pubblicata sotto il nuovo titolo ''Dentro le mura'' nel 1973. Dei suoi personaggi cerca di far emergere la dimensione metafisica, dandogli la sostanza e la completezza sintetica del'Epitaffio (che e' poi il titolo di una sua raccolta di versi) , come appare nella lettura di un'altra epigrafe, questa dantesca, ''Trattando l'ombra come cosa salda'', posta all'inizio del ''Romanzo di Ferrara'', la raccolta della produzione narrativa di una vita (oggi edita da Feltrinelli): Libro primo, ''Dentro le mura''; Libro secondo: ''Gli occhiali d'oro''; Libro terzo: ''II giardino dei Finzi-Contini''; Libro quarto: ''Dietro la porta''; Libro quinto: ''L'airone''; Libro sesto: ''L'odore del fieno''. Una scrittura di cui si e' detto che il lirismo e persino la rima si nascondono nella scrittura in prosa (e si citano ''Il giardino dei Finzi-Contini'' e ''L'airone'') mentre trasferisce la prosa nel verso ( e qui esemplari sono le poesie di ''Epitaffio'' e poi di ''In gran segreto'') cercando di rivelare nel quotidiano, per dissonanze, una superiore tensione interiore, un anelito ancora all'eternita', all'assoluto, e l'inanita' di cercar di inseguire la vanita' della vita.
Uno stile che ne fece uno dei bersagli sarcastici dell'avanguardia del gruppo '63. Il suo poetare, il suo narrare, nascono insomma dalla lotta ''dell'anima contro la storia'', come si intitolava un saggio su Bassani di Enzo Siciliano, e puntano su una ricostruzione di atmosfere evocative e intense, come quelle che hanno fatto la fortuna di un romanzo come ''Il guardino dei Finzi-Contini'' del 1962, che il successo del film tratto da Vittorio De Sica otto anni dopo aiutera' a rendere popolare.
Attraverso la storia del tragico destino di tre personaggi della Ferrara ebraica bene e ricca, Alberto e la sua inafferrabile sorella Micol Finzi-Contini e il loro amico Giampiero Malnate, piu' l'io narrante che porta il nome dello stesso scrittore, Giorgio, rivivono gli ultimi bagliori di un'epoca tra fascismo e seconda guerra mondiale e la persecuzione antiebraica. Ebreo era del resto lo stesso Bassani, costretto a pubblicare in quegli anni le sue cose sotto lo pseudonimo di Giacomo Marchi, e passato alla lotta antifascista tra fine anni '30 e primi anni '40, tanto da finire arrestato nel 1943 a Ferrara e scarcerato il 26 luglio, dopo la caduta di Mussolini.
E' da allora che si trasferisce a Roma dove vivra' sino alla sua morte, il 13 aprile del 2000. Scrittore, sara' sempre anche impegnato come animatore culturale, dando un'impronta a riviste come ''Botteghe oscure'' o ''Paragone'', lavorando come redattore alla casa editrice Feltrinelli, essendo vicepresidente della Rai a meta' anni '60 e poi divenendo presidente di Italia Nostra.
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