Raddoppiano le segnalazioni di 'whistleblowing', in media oltre due al giorno, negli ultimi cinque mesi rispetto al 2017. Lo riferisce l'Anac in un rapporto del 2018, sul whistleblowing, ovvero le segnalazioni di attività illecite nell'amministrazione pubblica o in aziende private da parte dei dipendenti che ne vengono a conoscenza. Da gennaio a maggio 2018, i fascicoli aperti dall'Anac sono stati 334, in tutto il 2017 sono stati 364, nel 2016 erano 174 e nel 2015 erano 125.
Oltre il 90% dei casi di 'whistleblowing' avvengono nel settore pubblico. E' quanto emerge da un rapporto dell'Anac sul whistleblowing, ovvero le segnalazioni di attività illecite nell'amministrazione pubblica o in aziende private, da parte del dipendente che ne sia venuto a conoscenza. Nel 56,3% a segnalare è un dipendente pubblico, nel 12,3%, invece, è un dirigente pubblico.
Chi segnala lavora prevalentemente nelle Regioni o negli enti locali (36,2% dei casi). A seguire, altre amministrazioni (ministeri, enti, autorità portuali) 17%, istituzioni scolastiche (università, conservatori, licei) 16.8%, aziende sanitarie e ospedaliere (15%). Da inizio anno, Anac ha già inviato 16 segnalazioni alla competente Procura della Repubblica per fatti di rilievo penale, 10 alla Corte dei conti (sussistenza di danno erariale), 15 all'Ispettorato della Funzione pubblica. Il 42,8% delle segnalazioni sono state effettuate al Sud, il 32,3% al Nord, il 21,8% al Centro, meno dell'1% dall'estero (2,4% non indicato).
"Il rapporto presentato oggi è fatto da luci e ombre, restano alcune criticità - ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone -, però c'è un miglioramento sulla qualità e la quantità delle segnalazioni". Per Cantone "l'incremento delle segnalazioni non è il segnale se c'è un aumento della corruzione, ma al contrario è il segnale dell'aumento dell'anticorruzione e significa che le persone non girano più la testa dall'altra parte".
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