Sono 44.900 i migranti soccorsi nel Mediterraneo dalle navi europee di 'Sophia' dal 22 giugno 2015, data di inizio della missione guidata dall'ammiraglio Enrico Credendino, ad oggi. Si tratta complessivamente di circa il 10% del totale dei salvataggi registrati negli ultimi 3 anni. Quest'anno si sono ridotte drasticamente le partenze dalle coste nordafricane rispetto al 2017 e dunque si è registrato anche un calo degli interventi di soccorso dei mezzi di Eunavformed: intorno ai mille le persone recuperate.
Sono 26 i Paesi che contribuiscono alla missione europea, il cui mandato scade alla fine dell'anno. Obiettivo di Sophia - chiamata così dal nome dato ad una bimba nata il 24 agosto del 2005 da una madre somala a bordo di una fregata tedesca che pattugliava nell'ambito dell'operazione - è contribuire a distruggere il business dei trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Tra i compiti c'è anche quello di prevenire le morti in mare, far rispettare l'embargo nei confronti della Libia ed addestrare la Marina e la Guardia costiera libiche.
Finora sono 213 gli ufficiali e sottufficiali libici addestrati (numero destinato presto ad aumentare con l'avvio di altri moduli formativi), circa 551 le imbarcazioni neutralizzate e 151 gli scafisti consegnati ai magistrati italiani.
Per incrementare l'efficacia investigativa, da pochi giorni sulla San Giusto, nave ammiraglia della missione, è salita una Crime information cell, team di 5 specialisti con il compito principale di facilitare la raccolta e la trasmissione di informazioni su traffico e tratta di esseri umani; attuazione dell'embargo sancito dall'Onu sulle armi da e per la Libia; traffico illegale di petrolio dalla Libia. Gli specialisti appartengono alle agenzie europee Europol, Frontex ed EunavforMed.
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