"I dati Istat sul Pil testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza stampa.
Mentre il premier, Giuseppe Conte, conferma quanto già detto ieri: "E' un fattore transitorio - a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica-, anche agli analisti più sprovveduti non sfuggirà che c'è una guerra di dazi tra Usa e Cina che ci troverà tutti perdenti. E' una guerra che si sta componendo e che dovrà comporsi e che va a incidere soprattutto sull'export".
"Non sono preoccupato" dai dati del Pil, "a noi interessa concentrarci sul rilancio della nostra economia che avverrà sicuramente nel 2019, perché inizieranno a svilupparsi tutte le nostre misure" della manovra. "Non abbiamo ragione di perdere la fiducia, anzi abbiamo tanto entusiasmo", afferma ancora Conte, spiegando che il rilancio, "sarà compiuto, secondo ragionevoli previsioni nel secondo semestre del 2019".
Il calo del Pil nel quarto trimestre 2018 "è un dato che era atteso ed è determinato dal ciclo economico europeo". Lo afferma il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, augurandosi che l'obiettivo perseguito dall'Italia di "spingere sulla crescita venga perseguito anche dagli altri Paesi Ue colpiti dal raffreddamento economico". La risposta, aggiunge, "non può che essere quella di accelerare il programma di investimenti pubblici previsto dal governo e le altre misure previste dalla legge di bilancio".
Interviene anche il presidente di Confindustria. "Bisogna reagire quanto prima, in modo da compensare" il rallentamento dell'economia globale e dell'Italia, cominciando ad aprire "immediatamente" i cantieri, su cui ci sono risorse già stanziate, compresa la Tav, dice Vincenzo Boccia, alla luce della recessione del Paese. "Noi abbiamo adesso il problema del rallentamento, a gennaio avremo un rallentamento ancora superiore rispetto al trimestre scorso", aggiunge. "I dati resi noti questa mattina dall'Istat sul Pil sono molto preoccupanti, con gravi rischi per l'occupazione". Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
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