Il ministero della Giustizia si muove sul caso della sentenza della Corte d'appello di Ancona, relativa a un'accusa di violenza sessuale su una giovane, nelle cui motivazioni i giudici hanno fatto riferimento all'aspetto fisico della donna. Stamani, infatti, - a quanto si apprende - è stato chiesto agli uffici dell'ispettorato del ministero di svolgere i necessari accertamenti preliminari in merito alla sentenza.
La sentenza, redatta da tre giudici donna, ha fatto discutere proprio per le affermazioni contenute nella motivazioni. Il caso è emerso dopo che la Cassazione ha deciso di annullare la decisione di secondo grado e ha disposto un nuovo processo d'appello. Nelle conclusioni della sentenza d'appello si legge che "in definitiva, non è possibile escludere che sia stata proprio" lei "a organizzare la nottata 'goliardica', trovando una scusa con la madre" e si afferma che al giovane "la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo di 'Nina Vikingo', con allusione a una personalità tutt'altro che femminile, quanto piuttosto mascolina, che la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare".
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