La Procura militare della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo d'indagine per accertare eventuali profili di sua competenza in relazione alla vicenda della casa dell'ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Lo ha confermato all'ANSA il procuratore militare Antonio Sabino sottolineando che si è trattato di un "atto dovuto" dopo le notizie di stampa e che al momento non ci sono né indagati né ipotesi di reato.
Il fascicolo aperto dalla procura militare è a "modello 45", che è il registro degli atti che non costituiscono notizia reato. "Faremo tutti gli accertamenti del caso - ha spiegato il procuratore - per sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo". Al momento si tratta di una indagine, ha ribadito, di puro carattere conoscitivo.
Ieri la notizia del Corriere della sera sul fatto che l'ex ministra vive ancora nell'alloggio "di servizio" che le era stato assegnato quando era al governo. Una mìnotizia che destato diverse polemiche. Tutti, anche il suo partito, i Cinque Stelle, le hanno chiesto di lasciare l'appartamento. Ma lei ha tenuto il punto, spiegando che la casa è stata riassegnata al marito, militare, avendone pieno diritto, in osservanza di ogni regola.
Gli attacchi, però, arrivano bipartisan. "Questa cosa - dice Di Maio - dal mio punto di vista non è accettabile. Ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci e se il marito in quanto militare ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi". "Un movimento come il nostro - aggiunge il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5S)- non può tollerare una cosa del genere".
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